"Siamo in guerra: no alla moschea"

Il giornalista-scrittore Allam interviene sul progetto a Porta a Lucca: ‘Pericoloso’ Coro di no: leggi le reazioni

Musulmani radunati in preghiera in una moschea

Musulmani radunati in preghiera in una moschea

Pisa, 24 settembre 2014 - SI ALLARGA il fronte del no. Sul progetto della moschea a Pisa interviene anche il giornalista, scrittore e politico italiano di origine egiziana, Magdi Cristiano Allam, che rifiuta l’idea della costruzione nel quartiere di Porta a Lucca, non lontano dalla Torre pendente. «Credo che Pisa e soprattutto piazza dei Miracoli — chiarisce subito — debbano essere salvaguardati come simbolo di una civiltà cristiana che proprio in piazza del Duomo raggiunge uno dei livelli più alti di splendore. Sarebbe folle e suicida immaginare una moschea anche solo in prossimità di quello che è un luogo simbolo della cristianità e, più in generale, della nostra civiltà». Un no categorico indipendentemente dalla zona in cui dovrebbe sorgere. «Viviamo in un’epoca tragica che papa Francesco ha definito giustamente come la terza guerra mondiale. Un’epoca in cui il terrorismo islamico ha scatenato una guerra globale finalizzata a islamizzare l’insieme dell’umanità, sull’altra sponda del Mediterraneo si sta perpretando il genocidio di cristiani. In questo contesto abbiamo il diritto e il dovere di salvaguardare la stabilità del fronte interno e lo dobbiamo fare oggi sia contrastando il terrorismo islamico, laddove si manifesta, sia vietando il rientro in Italia di terroristi islamici con cittadinanza italiana o residenza in Italia che sono andati a combattere le loro guerre sante, sia assicurandoci che le moschee già esistenti operino nel pieno rispetto della legalità ma anche bloccando la costruzione di nuove moschee». E a chi in questi giorni ha definito la moschea come un «semplice luogo di culto» ribatte: «I terroristi islamici quando sgozzano o decapitano lo fanno evocando versetti coranici che ordinano loro di farlo. Non c’è un corano per i terroristi e uno per i moderati: è unico». E LA SFERZATA agli amministratori che quel progetto appoggiano. «Nessuno vuole una moschea vicino casa perché significa degrado, svalutazione degli immobili e la fine della civile convivenza». «Ogni cosa a suo tempo — scrive anche Tommaso Villa (a destra), consigliere regionale Forza Italia che aderisce alla raccolta firme lanciata dalla sezione giovani del partito a Pisa — la moschea (nella foto quella di Ravenna) non è fonte di integrazione. Non è solo un luogo di incontro e preghiera come qualcuno vorrebbe farci credere, è tutt’altro che rassicurante per la popolazione. Occasioni di confronto possono crearsi in altri luoghi, con incontri e dibattiti». antonia casini