Sesso estremo in ospedale. Ora i medici rischiano il posto

Tomassini (Aoup): «Siamo a disposizione degli investigatori» / SCANDALO IN OSPEDALE, SESSO ESTREMO? E' UNA MIA SCELTA / SESSO ESTREMO, DUE MEDICI INDAGATI

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Pisa, 29 ottobre 2014 - POTREBBERO rischiare grosso i due dipendenti dell’Aoup che sono indagati per peculato, avendo utilizzato strumenti in uso all’Azienda per scopi sessuali: questa l’accusa secondo la ricostruzione partita da alcune immagini ritrovate su una chiavetta e altro materiale sequestrato nelle abitazioni dei due e in un camper dove si sabbero incontrati più volte. E’ presto per dire cosa, le indagini sono ancora in corso e non si sa ancora neppure quante siano le persone coinvolte oltre ai due protagonisti. L’ospedale ha intanto aperto un’inchiesta interna. «Abbiamo richiesto alla Procura — spiega il direttore Carlo Rinaldo Tomassini — informazioni su questo caso che abbiamo appreso dalla stampa. Non sappiamo chi siano. E ci sono le indagini dei carabinieri ancora in corso». ​Che cosa rischiano? «E’ prematuro dirlo, perché non abbiamo gli elementi per giudicare. Ma si va dalla pacca sulla spalla al licenziamento». Non solo il reato, il peculato, appunto, ma sul piatto ci sono anche altre questioni. I DUE - lui 47enne, medico pisano, lei 40enne, radiologa della provincia di Livorno - hanno consumato i loro rapporti estremi davvero in ospedale? Le immagini ritrovate nella penneta scoperta dal personale di una lavanderia di Ponsacco durante il lavaggio di un camice sembra che abbiano per sfondo arredi ospedalieri. E, inoltre, i due ‘agivano’ durante l’orario di lavoro?. LE VOCI continuano a rincorrersi nelle corsie e parlano anche del coinvolgimento di un’auto nel rapparto. Oltre che del camper (parcheggiato in un’area a Collesalvetti) su cui i carabinieri hanno fatto sequestri di materiale sanitario. «Che è acquistabile ovunque, fra l’altro», chiarisce ancora il direttore Aoup. «Restiamo comunque a completa disposizione degli investigatori e degli inquirenti in questo iter giudiziario», aggiunge Tomassini. «Come sindacato — afferma Nicola Lunetti del Nursig up — rispettiamo la privacy delle persone, se davvero si è trattato di incontri fuori dall’orario di lavoro. L’azienda fa bene a procedere e a richiedere i danni legati all’uso di materiale pubblico in modo illecito, se questo è avvenuto. Un uso che condanniamo anche in altri casi, come quando si portano siringhe all’esterno per fare iniezioni privatamente».