Liceo Buonarroti, l’ipotesi del trasloco

Tutta la scuola è a rischio dopo il crollo di una vetrata, ma non ci sono i soldi per le riparazioni. Allo studio il trasferimento pomeridiano nel plesso di via Croce

Uno dei vetri tenuti insieme  con il nastro adesivo in un’aula del liceo Buonarroti

Uno dei vetri tenuti insieme con il nastro adesivo in un’aula del liceo Buonarroti

Pisa, 27 marzo 2015 - Secondo la Provincia, proprietaria della struttura, il protocollo d’intervento per soccorrere il «Buonarroti» nell’immediato – dopo il crollo di un soffitto in vetro all’interno di un’aula – è uno solo: analisi accurata di tutti gli infissi per stabilire quali realmente necessitano di un intervento. Infatti è vero che sono tutti non a norma, ma i soldi per sostituirli in ogni ambiente non ci sono. E’ quanto emerso dal consiglio di istituto a porte semi-chiuse svoltosi ieri pomeriggio.

L’altra prospettiva, da realizzare (non nell’immediato) nel caso in cui i problemi persistessero, avrebbe del clamoroso. Di fatto prevederebbe lo spostamento del «Buonarroti», insieme all’attiguo «Santoni», nel plesso scolastico di via Benedetto Croce. Una soluzione ovviamente «pomeridiana», visto che «Galilei», «Dini» e «Pacinotti» sono frequentati dai rispettivi alunni durante la mattina. Si tratterebbe di una svolta epocale, in attesa magari di un nuovo progetto in grado di ricostruire l’immobile di via Betti (ormai fatiscente) realizzato dall’architetto Luigi Pellegrin nel 1974.

Una soluzione, quella dello spostamento, a cui la preside Mariangela Chiapparelli non si opporrebbe. Come ribadito nei giorni scorsi proprio a La Nazione vista la pericolosità della situazione nell’istituto: «Credo sia assolutamente indispensabile poter disporre di nuove aule in tempi brevi. L’allontanamento potrebbe essere doloroso, ma necessario per garantire la sicurezza di oltre mille studenti». Anche perché, secondo il report presentato dai responsabili della Provincia, i problemi non riguardano solo gli infissi. Ma anche, ad esempio, le norme antincendio: il «Buonarroti» non può ufficialmente disporre di un certificato che ne attesti la sicurezza in caso di fiamme, e deve ricorrerere ogni anno a una deroga. Per fortuna, però, gli impianti ad anello e le vie di esodo sono del tutto a norma. In caso di forte sisma, invece, il complesso scolastico non sarebbe al sicuro. Tuttavia questo è un problema comune a molti edifici della zona, costruiti ancora prima che le norme anti-terremoto divenissero di uso comune nell’edilizia. A chiudere la quasi interminabile catena di difetti, il per niente efficiente funzionamento energetico: la scuola consuma tanto gas, ma i risultati non si vedono visto che c’è sempre freddo. Intanto, nella polemica scatenata dal crollo della vetrata entra a gamba tesa Giovanni Garzella, capogruppo di Forza Italia: «Nella complicata vicenda del liceo Buonarroti la sinistra ha chiare responsabilità. Nel 2009 la Variante Urbanistica che prevedeva la costruzione di una nuova scuola non è mai stata portata avanti. I problemi di oggi sono gli stessi di sei anni fa».