Venerdì 26 Aprile 2024

Occupazione Pesenti, «Scuola rovinata, ‘sconti’ sui provvedimenti»

La preside dell’istituto Ivana Savino spiega tutti i retroscena

La preside dell’istituto Pesenti di Cascina, Ivana Savino

La preside dell’istituto Pesenti di Cascina, Ivana Savino

Cascina, 26 gennaio 2015 - «Chi ha sbagliato dovrà prendersi le sue responsabilità». Ivana Savino, dirigente dell’Istituto superiore Antonio Pesenti, commenta la presa di posizione della scuola nei confronti degli studenti, che a dicembre 2014, occuparono l’edificio. Dopo le ‘accuse’ di esser stata troppo dura con i protagonisti di questa storia di protesta studentesca cascinese, Savino spiega il perché di questi provvedimenti disciplinari ripercorrendo gli eventi accaduti.

«Il 16 dicembre, intorno alle 13.30, alcuni ragazzi hanno tentato di prendere possesso dell’edificio scolastico - spiega Savino -. Io, i carabinieri e il vicepreside Cotrozzi abbiamo cercato in tutti i modi di far ragionare i rappresentanti d’Istituto. Anche il loro presidente di Consiglio si è schierato con noi per provocare un ripensamento nei ragazzi. Al contrario, uno dei rappresentanti ha continuato a insistere adducendo una serie di false motivazioni che poi ha messo per scritto e controfirmato su un documento consegnato alle forze dell’ordine».

«Nel pomeriggio del 16, pensavamo di essere riusciti nell’intento di un passo indietro, ma così non è stato, anzi. Il solito rappresentante d’istituto ha aizzato 40 ragazzi fuori dall’edificio, fino a bloccare i corsi che si stavano svolgendo nelle aule - continua la dirigente -. La mia pazienza, e quella delle forze dell’ordine è terminata, così è iniziata l’identificazione dei presenti». «All’improvviso, gli studenti si sono allontanati dall’edificio - aggiunge Savino -, ma, un quarto d’ora dopo, 3 pattuglie dei carabinieri hanno dovuto fare dietro front perché, lo ‘zoccolo duro’ della protesta si era introdotto con la forza nella scuola. Dopo ore e ore di tentativi di dissuasione, tutto sembrava concluso».

Poi, nemmeno 24 ore dopo la prima presa di posizione, gli studenti, capeggiati da 2 rappresentanti, sono tornati alla carica introducendosi, nella notte tra il 17 e il 18 dicembre, nell’Istituto Pesenti. «Una scena pietosa - sottolinea la dirigente -. Barricate alle porte e studenti incappucciati. Abbiamo cercato nuovamente un dialogo, ma non ci è stato concesso. Solo durante la mattina del 19 siamo riusciti a sciogliere la protesta. La scuola, è stata lasciata in uno stato disastroso». «Sporcizia e danni ovunque - elenca Savino -. Dopo un duro e intenso lavoro, ci siamo subito rimessi in piedi. Ma il sabato nessuno è entrato in classe, pare che alcuni studenti abbiano fatto delle pressioni impedendo l’entrata. Una studentessa, decisa a frequentare le lezioni, ha denunciato di aver ricevuto scappellotti e sputi! Solo lunedì, le lezioni sono ripartite».

Ora, i protagonisti di questa protesta, dovranno fare i conti con le conseguenze dei loro atti. «Non abbiamo voluto rovinare il loro anno scolastico - conclude la dirigente -, ma dovevamo prendere una posizione. Qui si tratta di pochi studenti che sono riusciti a trascinarne altri fuorviandoli. Sono profondamente delusa e amareggiata nel dover essere costretta ad arrivare a tanto». Per ora, 15 sono gli studenti ‘puniti’, ma molti altri saranno convocati. Le sospensioni, con obbligo di frequenza, vanno da un minimo di dieci giorni a un massimo di 40 nei casi più gravi. Per ora, il provvedimento più grave è solo imputato a uno studente anche se altri casi sono al vaglio del Consiglio d’Istituto. Inoltre, per alcuni soggetti, l’Istituto valuterà se è il caso di sporgere denuncia. L’unica nota positiva è che i ragazzi, avranno la possibilità di dimezzare la ‘pena’ presentando un ‘elaborato’ dove il tema portante deve essere ‘Le conseguenza di un’occupazione’».