Roberta Ragusa: la Cassazione riapre il caso. Nuovo processo per il marito

Annullato il proscioglimento di Antonio Logli, marito di Roberta

Roberta Ragusa

Roberta Ragusa

Pisa, 17 marzo 2016 - Svolta nel caso di Roberta Ragusa, svanita nel nulla dalla sua abitazione di Gello di San Giuliano Terme (Pisa) la notte del 13 gennaio 2012. La corte di Cassazione ha accolto i ricorsi presentati dalla procura e dalle parti civili e ha annullato il proscioglimento di Antonio Logli, nel processo per la scomparsa della moglie Roberta. 

Logli dunque dovrà tornare in aula davanti a un gup e difendersi dalle accuse formulate dalla Procura per omicidio volontario e distruzione del cadavere della moglie. Lo ha reso noto l'avvocato Nicodemo Gentile, parte civile nel processo per conto dell'associazione Penelope Italia. La suprema corte accogliendo i ricorsi ha rinviato gli atti al tribunale di Pisa per un nuovo giudizio. 

«Siamo soddisfatti - ha commentato Gentile - perché si riapre la speranza di dare giustizia a Roberta». Il ricorso contro il proscioglimento di Antonio Logli, accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere per la scomparsa della moglie, era stato presentato anche dai familiari della donna, dalla procura di Pisa e dalla procura generale di Firenze. L'associazione Penelope Italia, parte civile nel processo, è nata nel 2002 su iniziativa di Gildo Claps fratello della giovane scomparsa a Potenza nel 1993 e il cui cadavere venne ritrovato nel sottotetto di una chiesa il 17 marzo nel 2010. Penelope è un'associazione senza scopo di lucro da sempre impegnata al fianco dei familiari e degli amici delle persone scomparse.

Intanto il padre di Antonio Logli, Valdemaro, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento dopo la sentenza della corte di Cassazione, ha detto laconicamente: "Dove è Roberta? Vorrei saperlo anche io".  L'uomo ha poi allontanato i cronisti dalla sua proprietà limitandosi a pronunciare poche parole. «Non abbiamo commenti da fare, ma non siamo preoccupati. La giustizia farà il suo corso». Nessun commento invece da parte della madre di Logli e da Antonio, indagato dalla procura per omicidio volontario e distruzione di cadavere, che interpellato telefonicamente, ha risposto: «State disturbando» e poi ha chiuso la telefonata. L'uomo stamani non si è mai allontanato dalla casa di Gello di San Giuliano Terme e, per evitare di essere intercettato dai cronisti durante gli spostamenti all'interno del cortile e del giardino, si è mosso completamente travisato.