Giovedì 25 Aprile 2024

Roberta, la fine rimane un mistero

Quasi tre anni di indagini non sono servite a trovare una traccia della donna

Roberta Ragusa

Roberta Ragusa

Pisa, 22 dicembre 2014 - L'ultima traccia di Roberta Ragusa la fiutano i cani molecolari, poche ore dopo la sua sparizione, in via Gigli vicino alla ferrovia. Poi, più nulla. Quasi tre anni di indagini e una serie di reiterate battute sul territorio - con un imponente spiegamento di uomini e mezzi che hanno setacciato l’intera provincia - non hanno però sortito l’effetto sperato: ritrovare la donna scomparsa o il suo corpo o, almeno, quel che ne rimane. Le oltre 12mila pagine dell’inchiesta della Procura cercheranno di dimostrare davanti al Tribunale che Roberta è stata volontariamente uccisa da suo marito Antonio Logli, che poi ne ha soppresso il cadavere per assicurarsi l’impunità dell’omicidio.

Delitto che - secondo l’accusa - sarebbe stato commesso la stessa notte della scomparsa in seguito a un litigio fra i due coniugi avvenuto in via Gigli. Che Roberta sia stata in quella strada poco prima di sparire lo testimoniano - oltre ai cani - le affermazioni di Loris Gozi - che vide Logli litigare con una donna vicino a un’auto uguale a quella di Roberta - e Silvana Piampiani, che è certa di aver visto Logli e anche una donna con un pigiama rosa, proprio come quello che, secondo il marito, Roberta indossava quella sera. Le indagini non chiariscono come Roberta sarebbe stata uccisa - forse soffocata o strangolata - , anche se la violenta botta udita da Gozi quando Logli avrebbe caricato a forza la donna sull’auto, potrebbe anche far ipotizzare un omicidio preterintenzionale. E neppure chiariscono come e, soprattutto, dove il cadavere sia stato soppresso. Ricordiamoci che nella nostra zona ci sono decine di pozzi non censiti; come pure che il lago di Massaciuccoli, ma soprattutto l’area paludosa che lo circonda, facilmente raggiungibili da Gello, sarebbero una tomba perfetta e definitiva come epilogo di un delitto (quasi) perfetto.