Offese razziste alla studentessa senegalese, scatta il blitz dei carabinieri a scuola

In corso alcune perquisizioni dei militari su delega della procura minorile che servirebbero ad acquisire i telefoni cellulari dei compagni. Gli inquirenti stanno ascoltando tutti i ragazzi / STUDENTESSA OFFESA UN'ALTRA VOLTA / LA RAGAZZA SENEGALESE TORNA A SCUOLA / IL PRESIDE: "SPERO SI CHIARISCA TUTTO ENTRO LA FINE DELL'ANNO" / CARFAGNA: "L'ITALIA CIVILE TI CHIEDE SCUSA" / "UNA NEGRA NON PUO' PRENDERE 10": LETTERE RAZZISTE A UNA STUDENTESSA SENEGALESE

La scuola 'Santoni' (foto Salvini)

La scuola 'Santoni' (foto Salvini)

Pisa, 28 maggio 2015 - Una decina di carabinieri sta eseguendo alcune perquisizioni, su delega della procura minorile, nell'istituto superiore pisano frequentato dalla 14enne senegalese destinataria di lettere con insulti razzisti. Stanno operando militari in divisa e in borghese. L'attività didattica apparentemente non sembra risentirne anche se personale e studenti si sono accorti di quanto sta accadendo. Prima di procedere i carabinieri hanno informato il dirigente scolastico.

Le prime lettere anonime inviate alla studentessa senegalese risalgono all'inizio di aprile. Sono sette in tutto i messaggi razzisti ricevuti dalla senegalese presa di mira soprattutto perché brava a scuola. L'ultimo biglietto anonimo abbandonato sul suo banco risale alla scorsa settimana era scritto a mano e conteneva anche una sfida agli inquirenti: «Ti sei rivolta alla stampa - c'era scritto - ma né te né i carabinieri mi troveranno mai». In precedenza, le altre lettere risultano scritte a mano e al computer. La studentessa trovò anche alcune pagine di libri e quaderni strappate. In uno dei primi biglietti offensivi l'anonimo razzista scrisse: «Non si è mai visto una negra che prende 10 a diritto» e alcuni apprezzamenti sessuali «hai un bel didietro ma purtroppo sei nata sporca». La vicenda ha suscitato molto clamore non solo in città e la ragazza ha ricevuto numerosi attestati di solidarietà anche da esponenti politici nazionali. Nei giorni scorsi anche il sottosegretario all'istruzione Gabriele Toccafondi ha incontrato il preside della scuola per informarsi personalmente della vicenda e gli ha chiesto di fare da tramite con la ragazza per esprimerle la vicinanza sua personale e del Governo.

Le perquisizioni servono ad acquisire i telefoni cellulari di tutti gli studenti della classe coinvolta e le password dei loro social network. Gli alunni vengono ascoltati singolarmente alla presenza di un insegnante o dei genitori. In un caso un padre si è recato in classe accompagnato da un legale, mentre la mamma di una studentessa è andata in caserma per riferire alcune circostanze che potrebbero risultare utili alle indagini. Tutti gli altri ragazzi sono stati ascoltati alla presenza di almeno un docente. Durante i colloqui gli alunni sono sempre stati tenuti d'occhio dai carabinieri per evitare che alcuni concordino le versioni da riferire agli inquirenti. Intorno alle 12.45, al termine dell'orario scolastico, la quattordicenne senegalese vittima degli insulti razzisti ha lasciato la scuola insieme al fratello più grande mentre i suoi compagni sono rimasti in classe perché le audizioni da parte degli investigatori stanno proseguendo.