Giovedì 18 Aprile 2024

Il caso di Roberta Ragusa: per Antonio e Daniele Logli due scelte da brivido all’udienza preliminare

Giudizio abbreviato e costituzione parte civile / LA FINE RIMANE UN MISTERO / IL 6 MARZO L'UDIENZA PRELIMINARE / IL RINVIO A GIUDIZIO / LE LETTERE AL MARITO / PRONTA LA RICHIESTA DEL PROCESSO / MILLE GIORNI SENZA ROBERTA / FOTOSTORY

Roberta Ragusa

Roberta Ragusa

Pisa, 13 gennaio 2015 - TRE ANNI, cinquanta giorni, un mistero e due interrogativi. Domani saranno tre anni che di Roberta Ragusa non si hanno notizie. Era la notte fra il 13 e 14 gennaio 2012 quando la contitolare dell’autoscuola «Futura» sembra svanire nel nulla. Un mistero - quello della fine di questa sfortunata mamma (di due figli, all’epoca ancora minorenni) - che per la Procura non è più tale: la donna è stata uccisa e il suo cadavere soppresso. Di questi pesanti reati è accusato il marito della donna, Antonio, che - appunto il 6 marzo - dovrà presentarsi alla prima udienza preliminare davanti al giudice Giuseppe Laghezza, che deciderà se Logli dovrà o meno essere processato per omicidio volontario e soppressione di cadavere. Richiesta avanzata poco più di mese fa dal procuratore capo Ugo Adinolfi e dal suo sostituto Aldo Mantovani, che ha diretto le indagini sulla scomparsa della donna residente a Gello. Per gli investigatori il movente dell’uxoricidio è economico: l’oneroso divorzio che Antonio avrebbe inevitabilmente ormai dovuto affrontare. Solo la notte della scomparsa, infatti, Roberta - che per sua stessa ammissione già da tempo meditava di separarsi, ma non trovava la forza di farlo - scoprì, infatti, l’identità dell’amante del marito (l’ex baby sitter dei figli e segretaria dell’autoscuola): un evento che l’avrebbe ben presto spinta a fare quel passo per lei tanto difficile. 

IL GIUDICE Laghezza potrebbe, però, essere chiamato a un’altra ben più pesante decisione: ovvero, a giudicare se Antonio Logli è un uxoricida. Questo nel caso che il marito di Roberta - assistito dall’avvocato Roberto Cavani - opti per il giudizio abbreviato. Evitando il dibattimento, la decisione viene presa nell’udienza preliminare, tendenzialmente allo stato degli atti. Inoltre, nella eventuale sentenza di condanna, la pena è ridotta di un terzo. Abbreviato sì, abbreviato no? E’ dunque questo il primo dei due interrogativi. Al quale l’avvocato Cavani risponde dicendo di non ha ancora affrontato il problema con il suo assistito e che comunque fino al 6 marzo non renderà nota la decisione presa. Il secondo quesito riguarda le intenzioni delle sedici parti offese individuate al pubblico ministero. Sono i parenti di Roberta: i due figli, i cinque zii e le nove cugine. A oggi nessuno ha ancora deciso se costituirsi o meno parte civile: c’è tempo fino all’udienza preliminare (o anche all’inizio dell’eventuale processo). Se per i familiari di origine - tutelati dagli avvocati Enrico Maria Gallinaro di Roma e Gaetano Turcio di Lucca - la scelta appare già definita (positivamente) non altrettanto si può dire per quanto riguarda i figli. Per la secondogenita, la tredicenne Alessia, dovrà decidere l’avvocato fiorentino Cecilia Adorni Braccesi, nominato tutore dal Tribunale per i minorenni di Firenze. E’ molto probabile che si costituisca parte civile. Il vero e inquietante interrogativo è, però, cosa farà il primogenito, che ha da poco compiuto 18 anni: si metterà contro la persona accusata di aver ucciso sua madre, ovvero suo padre con il quale ancora convive? Difficile saperlo prima del fatidico 6 marzo.

E IN OCCASIONE del terzo anniversario dalla scomparsa di Roberta i suoi familiari di origine la ricordano con parole toccanti. «Per tre lunghi anni abbiamo atteso giorno dopo giorno il sollievo di un sorriso e temuto nuove lacrime – scrive le famiglia Ragusa-Alpini – ; ogni alba portava speranza, ogni tramonto delusione! Quel 13 gennaio del 2012 la nostra preoccupazione, il nostro sgomento, la nostra incredulità è diventata di tutti, tante le persone che ci sono state vicine, che hanno cercato d’immedesimarsi nel nostro dolore, che hanno imparato ad amarti semplicemente attraverso la dolcezza del tuo sguardo. Il tuo ricordo ci accompagna nella quotidianità della vita che giorno dopo giorno abbiamo continuato a percorrere nella consapevolezza che nulla ormai è come prima». «Discrezione, riservatezza, delicatezza e dignità hanno contraddistinto la tua breve esistenza – proseguono i familiari – , doti nelle quali credevi e che hanno fatto di te la bella persona che sei sempre stata. Roberta! La tua Famiglia continuerà ad amarti incondizionatamente portandoti nel cuore, dove il dolore non avrà più voce, prima di quel momento ancora una volta vogliamo dirti ‘Ti vogliamo bene’».