Provincia, palazzo nuovo fiammante inutilizzato per la perdita di competenze

Realizzato in via Gioberti dovrebbe ospitare anche la biblioteca

Il palazzo inutilizzato in via Gioberti

Il palazzo inutilizzato in via Gioberti

Pisa 29 marzo 2016 - Una storia italiana, uno di quei controsensi che sanno di spreco e che, purtroppo, finiscono spesso alla ribalta delle cronache da un capo all’altro dello Stivale. Oggi tocca appunto a Pisa raccontare una vicenda che ha dell’incredibile. Stiamo parlando del grande palazzo, nuovissimo e con le pareti completamente ricoperte di vetri, edificato in via Gioberti, sui resti di quello che è stato il glorioso Istituto Tecnico Commerciale «Einaudi».  L’immobile è proprietà della Provincia ed è stato completato ormai da mesi con una spesa di circa 8 milioni. Ma è attualmente inutilizzato – per quanto sia illuminato a giorno anche di notte – e tale pare destinato a rimanere.

 

All’interno è stato arredato di tutto punto e, passando dalla strada, si possono scorgere mobili e tavoli ancora imballati nel cellophane, scrivanie e sale riunioni con sedie sulle quali nessuno si siederà. Almeno nell’immediato. Motivo? L’immobile è stato costruito con fondi in buona parte europei vincolati a un utilizzo sociale e culturale. Infatti, nei progetti iniziali, avrebbe dovuto accogliere il front-office della Biblitoeca Serantini, le biblioteche della Casa della Donna e del Centro Nord-Sud e la grande biblioteca provinciale che si trova al complesso «Marchesi».  

 

Ma nel frattempo è successo che il governo Renzi ha svuotato le Province di ruoli, soldi e personale. E appunto tra le competenze «tagliate» ci sono proprio quelle relative ai settori coinvolti nell’utilizzo del complesso di via Gioberti. Che così resta nel limbo, nuovissimo ma sprangato. Beffa delle beffe, non può neppure essere venduto perché le finalità sociali per le quali è stato costruito ne vincolano l’utilizzo a questi scopi per almeno 5 anni. Non solo: se l’immobile non verrà destinato alle finalità originarie, per le quali oggi la Provincia non ha più competenza, l’Unione Europea potrebbe richiedere indietro i soldi.

 

A chi però non si sa, visto che i bilanci della Provincia sono ormai dissanguati.  Una vicenda ingarbugliata e incredibile. Tra le «vittime» della situazione risulta appunto la biblioteca provinciale del complesso Marchesi, per la quale era già stata annunciata la chiusura alla fine del 2015, poi prorogata fino al 31 marzo. In questi mesi la struttura è rimasta aperta con orario ridotto e parte del personale ha lavorato per le biblioteche dell’Università, nei cui ranghi potrebbero confluire tutti i dipendenti entro l’estate. Difficile dire cosa succederà alla biblioteca provinciale, per la quale il destino pare segnato.

 

A meno che un ente o una istituzione non si assuma l’onere di disporre il trasferimento in via Gioberti di questa e delle altre realtà previste nel progetto originario, assumere la gestione dell’immobile per almeno cinque anni (beneficiando probabilmente anche di una concessione gratuita), trascorsi i quali andrebbe definito un affitto con il soggetto che, a quel punto, avrà ereditato la struttura dopo la definitiva scomparsa delle Province. Questo sulla carta: ma va sempre tenuto presente che siamo in Italia, il paese dove le sorprese non finiscono mai...