Caldo record, pronto soccorso il tilt

Il picco: oltre 40 persone in attesa e barelle nei corridoi. Mancano letti nei reparti, protesta il Nursind

Il pronto soccorso ingolfato

Il pronto soccorso ingolfato

Pisa, 6 luglio 2015 - Una giornata di passione, quella di ieri, per il Pronto Soccorso cittadino. Complice il gran caldo, fin dal primo mattino la struttura del policlinico di Cisanello ha registrato un vero e proprio assalto da parte di pazienti, molti dei quali anziani e malati cronici riacutizzati. E il numero della gente in attesa in sala d’aspetto è andato rapidamente aumentando. Numerose le telefonate di protesta giunte in redazione insieme alla foto che pubblichiamo qui a fianco, scattata a metà mattina, che documenta la presenza di barelle nei corridoi. Si tratta di malati che sono in attesa di un posto nei reparti di cura dell’ospedale. Letti liberi che, però, arrivano col contagocce costringendo a interminabili attese. Già sabato era stata una giornata pesante con difficoltà nello smaltire i pazienti destinati al ricovero. E ieri il copione si è ripetuto.

Il picco si è raggiunto con 40 persone in attesa di una visita dopo il passaggio al triage e 16 in barella per i quali non era stato ancora possibile trovare posto in corsia. E con le proteste dei malati aumentano anche i malumori del personale, medici e infermieri che dall’operazione «barelle zero» – scattata lo scorso anno dopo che il governatore Enrico Rossi aveva bollato il Pronto Soccorso di Pisa come il peggiore della Toscana sul versante organizzativo – avrebbero dovuto veder risolti vecchi problemi che, invece, tornano a riproporsi. Ad alzare le barricate in difesa del personale è stato, ieri, il sindacato degli infermieri Nursind che, attraverso il coordinatore Daniele Carbocci, punta il dito contro «la disorganizzazione del giorno festivo: basti dire che domenica mattina erano presenti solo quattro medici, compreso quello addetto ai codici bianchi e che mancava il medico del modulo B (con la riorganizzazione la struttura è stata suddivisa in moduli operativi, ciascuno dei quali dispone di un medico e di unità di personale infermieristico).

Come risposta è stato attivato all’improvviso l’orario aggiuntivo per gli infermieri in modo da consetire l’apertura di nuovi letti tra Obi-Osservazione breve intensiva e Medicina d’urgenza. Siamo davanti al fallimento del progetto ‘barelle zero’ e del cosiddetto ‘bed manager aziendale’ incarico affidato a due posizioni organizzative alle quali chiediamo conto della situazione e di quanto accaduto. Queste figure dovrebbero avere una visione continuamente aggiornata e in tempo reale – il cosiddetto Visual Hospital – della disponibilità di letti che si liberano nel policlinico (soprattutto nelle Medicine generali) in modo da gestire al meglio il flusso e lo smistamento dei ricoveri dal pronto Soccorso ai reparti. Con quali risultati lo abbiamo visto. Rispetto alle nostre sollecitazioni e richieste la direzione aziendale e quella del Dea rispondono minimizzando l’accaduto».

A stretto giro di posta la replica dell’Azienda ospedaliera: «Fin dal mattino la direzione medica di presidio insieme alla direzione dell’assistenza infermieristica dell’Aoup hanno lavorato ininterrottamente attivando un piano di emergenza per fronteggiare il massiccio afflusso di accessi che si è verificando nel fine settimana, costituito per la maggior parte da anziani con patologie croniche (oncologiche, insufficienza respiratoria, scompenso cardiaco) che necessitano di ricovero. Sono stati quindi aperti 8 posti letto in Medicina d’urgenza ospedaliera e sono stati ripristinati 12 posti letto in Osservazione breve intensiva che dovevano essere riaperti martedì. Il piano di emergenza per gestire questo iperafflusso anomalo, nel quale rientrano anche i politraumi provenienti dall’Area Vasta (anche se in percentuale minore), che solitamente aumentano in concomitanza con il periodo delle vacanze, prevede anche l’individuazione, nei prossimi giorni, di ulteriori 10 posti letto in altre specialistiche, in modo da riequlibrare la situazione in maniera ottimale».

Guglielmo Vezzosi