«Salvate il polo tecnologico di Navacchio»

Dismissioni Provincia, appello dei lavoratori e dei sindacati

Il Polo tecnologico di Navacchio

Il Polo tecnologico di Navacchio

Navacchio, 27 luglio 2015 - «Non abbandonate il Polo Tecnologico di Navacchio». Venerdì 24 luglio, la rappresentanza aziendale sindacale (Rsa) del personale del Ptn ha invitato la Provincia di Pisa, con una lettera ufficiale spedita ai consiglieri, al sindaco di Cascina e al presidente dell’ente, a salvare il centro di eccellenza tecnologica pisana. Infatti, durante il consiglio provinciale di fine luglio, sono state messe in discussione le aziende partecipate che non saranno più considerate strategiche per la Provincia e che quindi ne cesserà le relative quote. L’elenco è lungo: Toscana Energia Spa, Autocamionale della Cisa Spa, Consorzio Incubatore, Consorzio progetto California, Promozione & Sviluppo della Valdicecina Srl, Società consortile fra i poli scientifici e tecnologici della Toscana Occidentale Srl, Polo di Navacchio Spa e Società agricola fondi rustici Montefoscoli Srl. Il personale del Ptn si è appellato affinché la decisione riguardante l’azienda cascinese si bloccasse.

Infatti, in caso che l’iter intrapreso a inizio 2015 andasse in porto, la società tecnologica di Navacchio dovrebbe rimborsare 6milioni di euro alla Provincia entro dicembre. I partner del Polo di Navacchio sono il Comune di Cascina, la Provincia di Pisa, la FIDI Toscana e la Banca di Pisa e Fornacette credito cooperativo. L’ente pisano, essendo pubblico, si avvale di una procedura diversa rispetto a ciò che accade nel privato. Può provare a vendere le quote, che ammontano al 46,75% del capitale del PTN. Infatti, a febbraio 2015 è stata indetta un’asta a questo fine, seduta andata deserta, come prevedibile a causa della particolarità dell’azienda. Al momento che non ci sono compratori, la Provincia può comunque continuare la cessione rimettendo la propria quota tra i debiti del Polo e pretendendone il rimborso entro 365 giorni. Se ciò andasse in porto l’eccellenza di Cascina rischierebbe il crack definitivo non avendo i fondi necessari per onorare tale debito. Per questo motivo il personale si è appellato ai politici chiedendo la ricerca di una soluzione alternativa. Richiesta non accolta, o meglio, la Provincia si è presa del tempo rimandando la decisione agli uffici tecnici della Regione per un aiuto esterno.