Renzi alla Leopolda per il «Sì». Ma Paolo Fontanelli dice «No»

l premier oggi in città. L’ex sindaco con un post gela l’entusiasmo

Paolo Fontanelli

Paolo Fontanelli

Pisa 22 novembre 2016. Piombino, Livorno e Pisa. Renzi ci mette la faccia e, come una trottola, gira l’Italia in queste settimane, per convincere gli indecisi a votare «Sì» al Referendum costituzionale. E oggi ritorna in Toscana passando per tre realtà in cui l’entusiasmo per il «Basta un sì» non è poi così elevato. Anzi. A sciogliere ogni riserva e annunciare il suo «No» al Referendum – con un articolato post sul suo blog personale e la firma all’appello ‘Il no di chi vuole bene all’Italia’ – è Paolo Fontanelli, potente e ascoltato deputato locale. 

Anche per questo la visita odierna del premier acquisisce una valenza ulteriore. Perché la Costa toscana è una piazza complessa dove la crisi economica (a Piombino) ha creato, a sinistra, molto malcontento e provocato anche scossoni alle amministrative (a Livorno). Da qui, quindi, la decisione dello staff del premier di battere palmo a palmo il Paese per spiegare «come attraverso il Referendum si possa rimettere in moto il sistema Paese e fare quelle riforme rimaste sino a oggi solo nel quaderno delle promesse». «Questa volta – sottolinea il consigliere regionale e vicesegretario del Pd toscano, Antonio Mazzeo, che molto ha lavorato al tour odierno del premier – possiamo davvero far voltare pagina al Paese assicurando stabilità e governabilità».

Spinto anche dall’apertura arrivata nelle ultime settimane da Gianni Cuperlo esponente dell’area Dem da sempre più critica nei confronti di Renzi e che qui, a Pisa, ha sempre avuto una base consistente. E che, ancora, oggi continua a rimanere critica. Come dimostra appunto il ‘taccuino’ pubblicato da Fontanelli. Un post eloquente già dal titolo. «Abbaiare alla luna, un modo di dire – scrive l’ex sindaco – che significa gridare contro chi non se ne cura, non ascolta, non vuole sentire ragioni». E qui l’analisi del Questore della Camera si fa più articolata. «Mi riferisco all’esigenza di dare uno sviluppo concreto e credibile – argomenta – all’iniziativa del Pd per cambiare la legge elettorale secondo quanto enunciato dal documento della commissione sottoscritto anche da Gianni Cuperlo. Questo allo scopo di provare ad accorciare le distanze tra maggioranza e minoranza nel Pd, ma anche per sdrammatizzare un confronto che, se non governato, porterà molti iscritti e elettori ad allontanarsi dal partito. Purtroppo, finora, da parte di Renzi non sono arrivate parole chiare. Anzi, dicendo come ha fatto da Fazio, che la legge elettorale non c’entra nulla con la riforma del Parlamento ha volutamente ignorato e le ragioni della sinistra».

Insomma, per Fontanelli ancora non ci siamo. «In questo contesto – conclude infatti – ciò che ritengo più preoccupante è il senso di sfiducia e di distacco di tante persone di sinistra che scelgono o di abbandonare ogni legame e impegno politico, oppure di esprimere attraverso il ‘no’ la loro critica e il loro malessere».