L'invasione silenziosa. Tutti pazzi per i Pokemon / FOTO

Il racconto dei giocatori. "Ero perplesso, poi mi hanno affascinato"

Intenti a giocare a Pokémon Go

Intenti a giocare a Pokémon Go

Pisa, 24 luglio 2016 - Non importa l’età, non importa il sesso, quello che conta è la caccia. E’ questa la filosofia, semplice ma quanto mai efficiente dei migliaia di pisani che hanno scaricato l’app di Pokemon Go, il nuovo gioco della Niantic. «E’ una specie di social ma, invece di chiedere l’amicizia stando dietro un computer, ci si conosce sotto Logge di Banchi». A raccontare come si muovono i meccanismi del gioco è un ragazzo sulla trentina: Alessio Bortoli. Lavora come commesso in città e quasi ogni sera controlla la pagina Facebook dedicata al nuovo gioco per conoscere il luogo nel quale gli «allenatori» si sono dati un nuovo appuntamento. 

«All'inizio vedevo gli amici che ci giocavano – ricorda – e pensavo fosse una perdita di tempo. Poi una sera ho accompagnato uno di loro al ritrovo e ho visto che le persone tra una partita e l’altra parlavano, si conoscevano e discutevano di argomenti del gioco. Di solito non funziona così ed è difficile approcciare qualcuno mai visto prima e discuterci per ore. Eppure. Così mi sono deciso e da una settimana sono allenatore di pokemon. Chi mi critica lo lascio parlare, visto che quasi sempre sono le stesse persone che mi mandano richieste per CandyCrush o altri giochi on-line».

Una comunità che si è formata in una settimana e che, a oggi, conta circa 500 componenti. «Un’altra cosa divertente è scoprire i luoghi attraverso l’app – continua Alessio –, visto che per rifornirti di materiali utili a catturare i pokemon devi camminare per le vie nelle quali sono presenti i punti di interesse segnalati dalla mappa. Quindi ci sono allenatori (così si chiamano i fruitori del gioco, ndr) che vanno a correre insieme, magari per macinare chilometri e trovare nuovi mostri».

La realtà virtuale è superata. Niantic si affida alla «realtà aumentata» per la cattura dei pokemon. «Quando ne incontri uno – spiega – si attiva la fotocamera del cellulare e vedi la creatura nella strada in cui ti trovi». C’è chi scatta foto ricordo delle catture più difficili, chi invece si diverte a combattere con gli amici. Insomma, un passatempo diverso da tutti gli altri, che riporta le persone in strada, le fa incontrare, le toglie dallo schermo del computer dietro al quale si sono abituate a stare. «Infine, in base al posto in cui ti trovi – conclude l’allenatore – cambiano le tipologie di pokemon che si possono incontrare: al mare ci sono quelli di acqua, in montagna quelli di roccia o di fuoco, in città quelli di terra o elettrici, di notte quelli fantasma e così via». Un mondo alternativo che sposta le persone e che può dirsi infinito.