Schiamazzi notturni in vicolo del Tidi

I cittadini della zona scrivono all'amministrazione per placare i rumori notturni dovuti ai locali aperti fino al mattino

Vicolo del Tidi

Vicolo del Tidi

Pisa, 21 ottobre 2014- DIRITTI e doveri dei pisanivengono spesso in contrasto durante le notti della movida e un gruppo di abitanti di vicolo del Tidi e via della Croce Rossa hanno deciso di chiedere aiuto direttamente all’amministrazione per far valere le loro ragioni. «Dal giovedì al sabato non riusciamo a dormire a causa degli schiamazzi — racconta Ugo Fantasia — e la cosa sta andando avanti da mesi ormai. Non riusciamo più a non fare niente per risolvere la situazione e mi è capitato di trovarmi ad urlare alle quattro di notte dalla mia finestra per far rispettare il mio diritto al riposo notturno. E’ assurdo». 

INSIEME a lui altri cittadini della zona anch’essi esausti. «E’ giusto che ci sia una vita notturna con locali vivi e persone felici — aggiunge Paola Raspadori —. Eppure certi giorni questa felicità si manifesta in maniera molto sgradevole e irrispettosa per chi abita nella zona dell’ex cinema Lumiere, che è stato recentemente trasformato in discoteca». I frequentatori del Lumiere, come raccontato dai cittadini, escono in strada per fumare e parlare tra di loro, ma spesso la situazione diventa insostenibile, con schiamazzi che continuano fino alle cinque del mattino, impedendo di dormire a chi abita in zona. «Ci rendiamo conto che anche i frequentatori del locale abbiamo il diritto di parlare a qualunque ora del mattino — sottolinea Ségolène Bruno — ma a tutto ci deve essere un limite, nel rispetto degli altri. Possibile che nessuno faccia niente per risolvere un problema del genere?». «Abbiamo scritto una lettera all’amministrazione per chiedere con forza al sindaco e alle autorità competenti una risposta energica — conclude Serena Mirto — così da chiarire e risolvere. Se i gestori del locale, giustamente, non si ritengono responsabili per chi sosta di fronte all’entrata del Lumiere, almeno che si cerchi di responsabilizzare questi ragazzi, che magari non si rendono conto di disturbare»