Sventa un "colpo" da 13 euro, ma ne rimette 25

La disavventura del titolare di un negozio di abbigliamento

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Pisa, 21 ottobre 2014-  IL 31 maggio dello scorso anno in un negozio di abbigliamento gestito da un cinese entra una 19enne macedone di etnia rom e s’impossessa di un paio di pantaloni del valore di 13 euro. Il cinese avrà pure gli occhi a mandorla, ma ci vede benissimo, la ferma e chiama la polizia che perquisisce la ragazza e la trova in possesso dei pantaloni che restituisce al commerciante. Venerdì scorso è in calendario il processo per questa vicenda davanti a Donato D’Auria giudice monocratico del Tribunale di Pisa. Alla fine. Quella giornata e particolarmente intensa: oltre al suo lavoro già programmato, il giudice deve far fronte a un paio di direttissime (i due georgiani che avevano rubato su un’auto e il genovese che con un suo assegno circolare di 40mila euro aveva tentato di rubare su tre vetture) e quindi le udienze si prolungano fino al pomeriggio inoltrato. I testi dei vari procedimenti restano nell’aula sempre col pensiero che se il giudice li chiamasse e loro rispondessero magari sarebbero i sanzionati con 100 euro di ammenda. E’ così che, intorno alle 17, quando il negoziante cinese torna alla sua auto che aveva lasciato in sosta nella zona a pagamento (4 euro fino alle 13) si è ritrova sanzionato dai vigilini di 25 euro. Se il 31 maggio dello scorso anno si fosse fatto rubare i pantaloni avrebbe certamente risparmiato perchè oltre alla multa e al parcheggio ha anche perso una giornata di lavoro.