Roberta Ragusa, cimiteri di nuovo al setaccio. «Ma controllate anche l’ex deposito»

Una lettera svela: «Ecco alcuni luoghi che Logli conosce molto bene» LA FOTOSTORY DEL CASO RAGUSA

Il cimitero di Orzignano

Il cimitero di Orzignano

Pisa, 1 agosto 2014 - SENSITIVE, segnalazioni e lettere anonime. L’ennesima arrivata all’indirizzo del settimanale «Giallo», Cairo Editore, è firmata solo Tony. E indica una nuova pista per ritrovare le spoglie di Roberta Ragusa: la donna, scomparsa a Gello nel gennaio del 2012 a 45 anni, potrebbero essere state abbandonate nell’ex deposito militare di Titignano, all’interno delle cisterne che un tempo contenevano le scorte di carburante. Un luogo, anche questo, che sarà passato al setaccio dai carabinieri di Pisa che hanno in mano le indagini. Militari che, nel frattempo, sono tornati ieri in un’altra zona più volte indicata come possibile tomba dell’imprenditrice sangiulianese, il cimitero di Orzignano in particolare, la botola dell’ossario. Una ricerca che, al momento, ha dato un esito negativo, ma che dovrebbe riprendere nei prossimi giorni finché non saranno concluse tutte le verifiche.

L’ULTIMA missiva è stata pubblicata nel n°29 di «Giallo» del 23 luglio. In cui Tony afferma di essere un maresciallo dell’Aeronautica militare italiana in pensione; lui che avrebbe incontrato il marito della donna, Antonio Logli (indagato dall’8 febbraio 2012 per omicidio volontario e occultamento di cadavere), durante la sua giovinezza nel periodo in cui prestava il servizio militare vicino Pisa ed era ancora celibe. L’anonimo riferisce una conversazione a cui avrebbe assistito: Logli avrebbe parlato coi commilitoni di allora di alcuni luoghi ben conosciuti, che secondo l’autore della lettera andrebbero oggi controllati. Militari di cui si fanno nomi e cognomi. Tutte persone che oggi non hanno più contatti con Logli. Il settimanale si mette a cercare e ricostruisce che le persone indicate esistono e hanno davvero prestato servizio nella stessa caserma in cui Logli è stato militare di leva. 

UNA di queste persone è stata contattata da “Giallo” e ha dichiarato di ricordare Logli, ma di non rammentare la conversazione descritta nella lettera di Tony. Fatto sta che i militari pisani, che hanno fino a ora tentato tutte le piste, non si faranno sfuggire neppure questa e ispezioneranno la cisterna dell’ex deposito militare di Titignano. Un deposito che dista 13 chilometri circa da casa Logli. Anche se la cisterna è praticamente inaccessibile visto che è completamente sommersa dalla vegetazione. Il complesso, che - come riporta anche il sito www.vitadamamma.com che ha dedicato un ampio articolo alla mamma di Gello - consta di tre piccoli edifici, è molto isolato, poco accessibile e di notte è buio. Un luogo di mistero, senza dubbio. E i carabinieri cercheranno di sciogliere quel mistero verificando anche questa segnalazione.