Precipita con l’ascia in pugno «Voleva uccidere la ex e darsi fuoco»

Raptus a Livorno: morto Vittorio Re, padre dell’architetto pisano Salvatore

L'intervento della polizia e il corpo senza vita dell'uomo (foto Novi)

L'intervento della polizia e il corpo senza vita dell'uomo (foto Novi)

Pisa, 1 aprile 2015- L’OSSESSIONE di aver perso tutto, di essersi ridotto a vivere nel disagio psicologico e fisico e nel degrado, si è lentamente trasformata nella mente di un uomo di 76 anni, Vittorio Re, in un disegno e poi in un progetto criminale. Sorprendere - nonostante il divieto di avvicinamento - la ex moglie, 49 anni, di origine polacca, che vive in via Roma nel condomimio al civico 92, appartamento, al sesto piano. E ucciderla per poi uccidersi cancellando con il fuoco ogni cosa: distruggendo così la casa della discordia e del dolore. Un progetto lucido, disperato che Vittorio Re, 76 anni compiuti il 26 gennaio scorso, meccanico e carrozziere, padre del noto architetto Salvatore e titolare di un’officina che fino agli anni Novanta aveva permesso a lui e ai suoi di vivere in maniera agiata, senza problemi, ha deciso di attuare ieri mattina. I pantaloni mimetici che indossava sempre, una camicia a quadri, in una mano l’ascia, nell’altra una corda e la tanica con dieci litri di benzina, una corda e i moschettoni, ieri poco prima delle nove Vittorio Re voleva mettere in pratica il suo tragico e macabro progetto. Incurante di cosa sarebbe potuto succedere in quel grosso condominio, a due passi dalla Banca Fideuram e dalla sede di Confindustria.

«IL SUO GESTO avrebbe potuto provocare una strage», è il commento degli invesigatori e degli inquirenti. Invece il progetto ha avuto un epilogo tragico, ma solo per Vittorio Re che dopo aver raggiunto il tetto del palazzo di otto piani ed aver cominciato la scalata della facciata del palazzo all’altezza del sesto piano dove era il suo appartamento è precipitato al suolo finendo sul retro del condominio tra gli alberi di un giardino interno. Vittorio Re è morto sul colpo a terra. A terra è rimasto lo zaino con i moschettoni, l’ascia e la tanica. Tutto sequestrato dalla Procura che comunque ha deciso di non disporre l’autopsia «C’è un testimone – ha spiegato l’autorità giudiziaria – che lo ha visto precipitare». È stato un vicino ieri mattina a chiedere l’intervento della polizia perché ha visto l’anziano che si stava calando dal tetto e ha visto la tanica e l’ascia. In via Roma sono arrivate le Volanti della polizia, i mezzi dei vigili del fuoco, un’ambulanza della Pubblica Assistenza sotto gli occhi attoniti dei passanti e degli altri condomini, alcuni dei quali hanno anche fatto le fotografie con il telefono cellulari. La polizia ha sfondato la porta dell’appartamento, fortunatamente non c’era nessuno. Una vicenda familiare terribile, un’unione finita nelle aule di tribunale: Vittorio Re era stato condannato per maltrattamenti in famiglia, minacce e lesioni a tre anni. Era stato assolto dall’accusa di violenza sessuale ed in attesa del processo di appello. Era finito in carcere e poi ai domiciliari. Ora viveva a Pastina dove aveva l’obbligo di dimora Nel febbraio del 2014 aveva tentato di dare fuoco alla macchina della sua ex moglie La donna nel gennaio di questo anno aveva presentato un’altra denuncia per stalking.