Daniela Santanchè all'Hotel La Pace, la pitonessa: "Pisa insicura per colpa del buonismo straccione della sinistra"

A Pisa come presidente onorario del comitato No Moschea, L'onorevole di Forza Italia lancia la sfida: "Orgogliosa di essere qui per chiedere che l'Italia sia degli italiani" / L'ORDINANZA ANTI-DEGRADO NON FERMA VANDALI E DEGRADO

Daniela Santanchè all'Hotel La Pace

Daniela Santanchè all'Hotel La Pace

Pisa, 22 novembre 2014- AGENTI in tenuta antisommossa alle due estremità di Viale Gramsci. Torna a Pisa Daniela Santanché, l’incendiaria onorevole di Forza Italia, e fa ingresso nell’hotel La Pace. Stringe la mano ad Andrea Romanelli, il titolare dell’albergo che da anni conduce una lotta solitaria contro il degrado umano che circonda la sua attività, a pochi metri dalla Stazione. «Romanelli è il simbolo di una battaglia per cose normali: libertà e vivibilità – esclama la Santanché –. Tolleranza e accoglienza indiscriminata ci faranno diventare una minoranza. Perché un imprenditore che compila moduli su moduli e sborsa tasse su tasse per essere in regola viene sempre vessato e mandato in galera, mentre a questa gente, clandestini e delinquenti, che riempie le nostre città di degrado e violenza, è tutto consentito?». A Pisa per sostenere l’iniziativa dei Giovani di Forza Italia contro la costruzione della moschea a Porta a Lucca - è il presidente onorario del neo costituito comitato No Moschea -, la pitonessa riunisce in un unico fascio i temi di immigrazione, sicurezza e terrorismo islamico di cui la moschea è «la punta di un iceberg composto dal buonismo straccione della sinistra».

«NON DOBBIAMO vivere questa battaglia solo contro la moschea – dice infuocata la Santanché -. Non ho intenzione di cedere pezzi di territorio italiano e vederli trasformati in califfati. Né di cedere altri angoli di strade trasformati in suk, né di trovare ovunque vucumprà che fanno commercio illegale e clandestini che delinquono e per i quali l’Italia spende ogni giorno 300 milioni di euro. Non possiamo accogliere tutte le miserie del mondo solo perché ce lo chiede l’Europa. Stiamo diventando la pattumiera dell’Europa, grazie a quella porcata di Mare Nostrume e di Frontex che fanno morire poveri cristi. Quella contro la moschea è una battaglia più alta, è quella per la nostra libertà. Non c’è la casacca di un partito, ma quella della Nazione».

FRUSTATE anche da Monica Faenzi, consigliere regionale di Forza Italia: «Reciprocità è la parola chiave. Come esiste nel campo del commercio internazionale, sia preteso anche per questo tema e inserito nella Costituzione». Macigni le parole di Luca Cuccu, coordinatore regionale dei Giovani di Forza Italia: «Pisa non sa gestire l’ordinario, figuriamoci la moschea. Nella nostra battaglia non c’è il simbolo del nostro partito. Molti pisani di sinistra hanno firmato la nostra petizione. Invitiamo tutti ad aderire al comitato No Moschea e a raccogliere le firme per il referendum, che vengono dal lavoro di Lorenzo Paladini e Cecilia Marianetti. Filippeschi è stato eletto con il 25% del voto dei pisani. Se raggiungeremo il 25% più uno, chiederemo le sue dimissioni». E chiama a raccolta tutto il centrodestra: «C’è una lista civica importante che invito a scendere in trincea con noi per questa battaglia». Cuccu annuncia il ritorno di Daniela Santanché con Magdi Allam e la rischiesta di un confronto con la comunità islamica di Pisa: «Dovranno spiegarci dove prendono i tre milioni di euro per la moschea, e perché non costruiscono case per se stessi lasciando così libere quelle popolari per gli italiani. Rinneghino Isis e califfato».