"A Petroni piacciono i film, io lavoro per il Pisa"

Fabrizio Lucchesi a ruota libera: "Faccia il prezzo e venda oppure compri tutto. Basta chiacchere"

Fabrizio Lucchesi e Fabio Petroni

Fabrizio Lucchesi e Fabio Petroni

Pisa, 23 giugno 2016 - <Non è possibile aspettare il 15 luglio per decidere cosa fare. Chi fa la squadra? Chi decide l'allenatore? A Petroni piacciono i film. Io invece lavoro 15 ore al giorno per il Pisa. E per il bene del club sono pronto a fare un passo indietro, vediamo se altri ne fanno due avanti e risolvono questa situazione". Fabrizio Lucchesi sceglie la diretta di 50Canale per affrontare, di petto e senza giri di parole, l'impasse che attanaglia il club che da giorni ha fatto sprofondare i tifosi dalla gioia per la promozione alla depressione per un futuro sempre più fosco all'orizzonte. <Il problema non sono i soldi - ripete il dg alzando la voce - né le scadenze. Non mi spaventa un eventuale punto di penalizzazione per un ritardato pagamento. Io voglio parlare di calcio, fare calcio. Petroni non lo so. Se vuole comandare lui, lo faccia. Metta i soldi e rispetti le scadenza io andrò a fare il manager altrove. Gattuso? Non mi risponde al telefono da due giorni. Sarà incavolato anche lui. E questo è un problema>.  Secondo Lucchesi del resto l'idea di Petroni di una convocazione dal notaio per sancire un pegno sulle quote di Lucchesi prima di definire il valore reale dell'acquisizione del pacchetto in mano al manager <è solo un film, uno show: non ha nulla a che vedere con il calcio>. <La serie B - dice il dg - è una roba seria, non si fa con i giocatori di Bientina. E lui continua a dilatare i tempi. La questione è molto semplice: Petroni faccia un prezzo e venda le quote, oppure compri le mie e faccia il padrone a modo suo. Tutto il resto sono chiacchiere. Ma la verità è che io e Gattuso ci siamo infilati l'anno scorso in questa avvenuta quando il Pisa era pressoché fallito e oggi abbiamo strutturato un club efficiente dal punto di vista societario e vincente sul campo: un giocattolo che vale ora qualche milione di euro e fa gola a molti>. Infine, Lucchesi rivela che <anche oggi i nostri professionisti, come l'intero scorso week end, trattavano la buonuscita di Petroni ma lui ha preferito fare un altro film e convocare questa fantomatica, e inutile, riunione dal notaio Caccetta>. <Leggo - conclude - che anche l'assessore Sanzo lancia proposte a mezzo stampa, ma nessuno in questi giorni mi ha chiamato al telefono direttamente. Io continuo a lavorare per il Pisa perché questa creatura così bella l'ho creata io dal niente e mi scoccia perderla. Ma se per il bene del club devo farmi da parte lo farò, purché Petroni liquidi le mie quote e ottemperi agli obblighi federali>.