Calambrone, gli imprenditori dichiarano guerra

Duro attacco contro il Comune

Una colonia di Calambrone restaurata

Una colonia di Calambrone restaurata

Pisa, 24 luglio 2014 - DUECENTOVENTI milioni di euro spesi in 10 anni dai privati per far rinascere Calambrone. Una ‘terra di nessuno’ che sta tornando, pezzo dopo pezzo, ad avere una propria identità e un appeal turistico. E ora imprenditori e operatori alzano la voce. Nel mirino c’è Palazzo Gambacorti. E le accuse più volte rivolte al Consorzio Nuovo Calambrone — la cordata di privati che ha portato al recupero di gran parte delle colonie — di inadempienza per quanto riguarda le ultimissime opere di urbanizzazione. Accuse che gli imprenditori ribaltano: «E’ il Comune a non aver fatto la sua parte, a non aver mantenuto le promesse, ad averci del tutto abbandonato». 

A SCATENARE la miccia di un malcontento che covava da anni è stata la richiesta, ormai pressante, da parte dell’amministrazione di asfaltare il Viale del Tirreno, ridotto a un colabrodo, ma destinato ad essere rivoluzionato secondo un ambizioso progetto cui l’amministrazione non ha ancora messo mano e che ha lo scopo di rendere maggiormente accessibile il litorale, alleggerendo la viabilità. Da qui la rivolta: le cifre alla base del muro contro muro sono stati illustrate dal presidente di Cooper 2000 e vicepresidente del Consorzio Remo Landucci (il presidente Giuseppe Barsotti era assente per un viaggio all’estero), Matteo Madonna (consiglio direttivo del Consorzio, Lunasia-Gruppo Madonna), Stefano Salvadorini (Consabit), Franco Canepa (Mareverde), Mirko Peiani (Uappala-Regina del Mare) e dall’architetto Beniamino Cristofani che segue la rinascita di Calambrone dalla fine degli anni Novanta. «Il litorale è usato solo fare cassa» tuona Remo Landucci. 

«OLTRE ai 220 milioni investiti in 10 anni, altri 80 verranno investiti per finire gli interventi — affermano gli operatori — abbiamo realizzato 5 milioni di infrastrutture, anticipando in parte gli oneri di urbanizzazione per interventi ancora non realizzati, ulteriori 7 milioni tra oneri e opere sono stati versati e consegnati al Comune con la realizzazione dei lavori previsti dal Piano integrato. Ma a fronte di ciò, cosa ha fatto l’amministrazione? Nulla. Veniamo presi in considerazione solo per scaricare responsabilità e ritardi dell’amministrazione comunale: ora siamo stufi». A mancare all’appello — tra i lavori a scomputo degli oneri di urbanizzazione — ci sarebbe solo un 5%, ovvero 250mila euro su un totale di 5,1 milioni. 

«IN PRATICA la terza stazione di sollevamento della fognatura» dicono. E i rallentamenti sarebbero dovuti a due soci inandempienti: la ditta Baldassari (fallita) e Garcos (in concordato). «Il Comune può rivalersi sulle fideiussioni. Ma non lo fa. E preferisce accusare noi, chiedendo di riscuoterle a tutti i consorziati per oltre 5 milioni di euro». Nel mirino c’è l’amministrazione Filippeschi: «La rinascita di Calambrone — affermano Cristofani e Landucci — è scattata con il sindaco Fontanelli. Dopo è mancata completamente la volontà di investire. Si è pensato a Piuss, Sesta Porta, People Mover e non ad una viabilità che ormai non ce la fa più». «Qui mancano tutti i servizi — aggiunge ancora Landucci — e non è escluso che possa costituirsi un comitato per non pagare la Tasi». 

«ARMIAMOCI e partite, è come se qualcuno ci stesse dicendo da anni così — ribatte Matteo Madonna — non solo: non c’è coordinamento tra gli uffici comunali, siamo ostaggio della burocrazia». Da qui la richiesta del Consorzio: un tavolo ad hoc con un project manager che possa riattivare quella «fattiva collaborazione pubblico-privato che ha dato il via alla riqualificazione del litorale».