La Curia di Pisa cede un ramo d'azienda e licenzia una dipendente

Reintegrata dal giudice. Diocesi: "E' un esubero ma siamo pronti a un indennizzo"

L'Arcivescovado di Pisa

L'Arcivescovado di Pisa

Pisa, 27 agosto 2014 - Reintegrata alla fine di luglio dal giudice del lavoro e licenziata subito dopo dall'Arcidiocesi di Pisa che ha gia' avviato le procedure per il licenziamento della dipendente per ''giustificato motivo oggettivo''. Che tradotto significa che il suo posto di lavoro non esiste piu' perche' nel frattempo la curia ha ceduto le due case di accoglienza dove la donna faceva le pulizie a un altro soggetto economico.

La dipendente, infatti, ha lavorato per diciotto mesi, dall'aprile 2012, con contratti a termine in sostituzione di personale in ferie delle due strutture a basso costo gestite dall'Arcidiocesi pisana (Casa di accoglienza Betania e Casa per ferie San Tommaso). Il 31 ottobre dell'anno scorso l'inserviente e' stata licenziata e meno di due mesi dopo le strutture sono state vendute alla cooperativa Paim Turismo. Il 25 luglio scorso, tuttavia, il Tribunale di Pisa ha pero' stabilito che tra le parti esisteva in realta' ''un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato'' e pertanto ha sancito il diritto della donna alla ''riammissione in servizio''. La curia ha incassato la sentenza riservandosi di ricorrere in appello, ma ha avviato le procedure di licenziamento. ''Non abbiamo alcuna possibilita' di reintegro - spiega l'economo arcivescovile, don Francesco Barsotti - semplicemente perche' il suo posto di lavoro non c'e' piu', tuttavia non abbiamo nei suoi confronti un atteggiamento ostile e se necessario siamo pronti a corrisponderle un indennizzo''.