Il commento del vice sindaco Paolo Ghezzi riguardo il logo della Toscana per EXPO 2015

Le critiche al presidente Rossi e all'assessore Salvadori

Logo Toscana EXPO2015

Logo Toscana EXPO2015

Pisa, 1 aprile 2015- Continua lo scontro sulla decisione del logo presentato dalla regione Toscana per EXPO2015 privo della Torre pendente. Alle proteste del sindaco Filippeschi e delle associazioni di categoria, ha risposto ieri Enrico Rossi, presidente della Toscana, sul proprio profilo facebook "Ci sono la Cupola del Brunelleschi e Pinocchio, ma mancherebbe la Torre di Pisa. Aggiungo io, le mura di Lucca, i Quattro Mori e la Vespa di Pontedera, eccetera eccetera dove le mettete? C'è un solo simbolo- ha poi proseguito- il paesaggio collinare di cipressi, che unisce tutta la Toscana e la rappresenta nel mondo. Non si capisce perchè ogni volta dobbiamo inventarcene uno per dividerci".

Oggi però dopo le tante polemiche su web e dopo alcune prese di posizione della Regione Toscana , il vice sindaco Paolo Ghezzi ha cercato di trovare un vero elemento di unione in questa “querelle” di campanili dicendo che questo Logo è fondamentalmente poco gradito e assolutamente poco efficace e comunicativo. Questo è il punto. "A prima vista- ha affermato- se vogliamo usare un po’ di ironia, sembra più adatto ad un carnevale in maschera che ad un Expo internazionale. Poco si può cambiare di questa realtà, modificando il monumento al centro. Che la “leaning tower”, quella che si trova a Pisa per intenderci, sia il simbolo della Toscana più noto al mondo è fuori di dubbio. Perché, pensando ad un monumento da mettere nel Logo, si sia scelto il “cupolone” fiorentino si può, invece, dedurre dalle parole del suo creatore:il Logo vuole avere pretese di una sintesi (a mio modesto avviso impossibile per una Regione come la Toscana e, quindi, proprio per questo da non ricercare)e Firenze è il capoluogo della Regione. I loghi e i marchi più conosciuti al mondo, giusto per citarne alcuni, sono uno "smile", una frutto morsicato, un cuore tra alcune lettere, a volte una sola lettera, una macchia a punta. Non sono sintesi o equilibrismi delle diverse esigenze e delle diverse sedi dell’azienda. Sono “intuizioni” di esperti di comunicazione intorno ai quali è stata costruita, con costanza, una strategia di marketing di prodotti che non si riconoscono affatto all’interno del logo.

L’assessore Salvadori informa che i pisani “hanno avuto fretta perché anche il logo sarà un Puzzle da scoprire poco a poco”.Eppure, se non ci siamo persi qualcosa, non c’è traccia di questo puzzle né nella conferenza stampa di presentazione né nelle parole dell’autore Mendini che ha risposto molto onestamente alle critiche emerse dopo la presentazione".

"Il 10 aprile, dopo 20 giorni dalla presentazione ufficiale del Logo, noi pisani,- continua poi il vice sindaco- che secondo l’assessore “non abbiamo saputo aspettare come gli altri” saremo finalmente edotti su questo nuovo arcano. Da un punto di vista dell’efficacia comunicativa, penso che sarebbe ancora peggio se questo logo dovesse essere declinato in più versioni sostituendo di volta in volta alla cupola del Brunelleschi, la Torre di Pisa, le mura di Lucca, Piazza del Campo, i 4 mori o ancora rivisitandolo più volte per soddisfare i “palati esigenti e impazienti” dei Toscani. Non è questo il punto e non è questo che chiediamo noi. Da molti mesi cerchiamo, anche attraverso proposte concrete alla Regione, di capire modalità di partecipazione e possibilità di promozione territoriale. Noi poniamo una questione concreta a partire dalla questione del Logo: concretezza e serietà e non equilibrismi da recupero territoriale. E’ indispensabile rappresentare la Toscana attraverso ciò che maggiormente serve ed è realmente efficace e non attraverso un enigma da interpretare. Dall’assessore non ci aspettiamo sorprese ma risposte chiare anche alle tante istanze operative avanzate in questi mesi. Leggo al contrario, che secondo il presidente Rossi il modo più efficace per rappresentare la Toscana nel mondo è un paesaggio collinare con filare di cipressi. Potrebbe anche essere ed è una convinzione rispettabile. Ma se questa era ed è la convinzione, lo sforzo creativo di Mendini poteva essere indirizzato con coerenza: puntare sul “cipresso morsicato”, giusto per richiamare uno dei marchi più famosi al mondo, poteva essere una scommessa da giocare con continuità. Se non altro, al contrario di “puzzle fantasma” annunciato tardivamente dall’Assessore, avrebbe avuto una sua coerenza di pensiero e maggior considerazione dell’intelligenza altrui".