Il Pisa e la serie B mancata: quanti misteri. E la Lega si contraddice

Dietro la bocciatura un documento ignorato da tutti i comunicati ufficiali. Su cui Abodi non risponde SCATTA IL RICORSO AL CONI / PISA-TERAMO 3-1 / FOTO DELLA PARTITA / SERIE B SFUMATA

I tifosi di Radio Scalino mentre aspettano la sentenza. Sarà una doccia gelata per loro

I tifosi di Radio Scalino mentre aspettano la sentenza. Sarà una doccia gelata per loro

Pisa, 2 settembre 2014 - CI SONO troppe cose che non tornano nella brutta storia del mancato ripescaggio del Pisa. Troppe contraddizioni, troppi passsaggi oscuri. Andrea Abodi, presidente della Lega di B, proprio in queste ore prova a fornire spiegazioni a colpi di tweet. Peccato che i suoi messaggi prima affermino una cosa, poi la neghino per certificarne un’altra.  A questo punto è evidente che venerdì scorso a Coverciano - dove lo stesso Abodi, Tavecchio e Macalli si sono riuniti per decidere chi fra Pisa e Vicenza dovesse spuntarla - qualcosa non ha funzionato per il verso giusto. E non si tratta soltanto delle ingenuità, di cui abbiamo già parlato, commesse dalla società nerazzurra. No, c’è dell’altro. E deve ancora venire fuori. 

CERTO, resta difficile immaginare che il ricorso presentato domenica sera dal Pisa di fronte al Collegio di garanzia dello sport possa spalancare in extremis le porte della serie cadetta alla squadra di Braglia. Troppo profonda la rivoluzione che quella decisione porterebbe con sé per pensare che qualcuno abbia il coraggio di prenderla. Perché dare ragione al Pisa - nella sentenza attesa già per venerdì o con meno probabilità per lunedì prossimo - significherebbe ridisegnare, a campionato ormai iniziato, un torneo a 23 squadre con il Pisa ammesso in sovrannumero, oppure portare alla clamorosa esclusione del Vicenza, dopo che i biancorossi hanno già stappato lo spumante per il ripescaggio centrato venerdì scorso. Tutto questo non significa però che il Pisa debba rinunciare a fare valere le proprie ragioni. Non farlo significherebbe lasciare un’ombra troppo grande sulla vicenda, che non rappresenta solo uno smacco sportivo, ma anche una ferita imprenditoriale perché ha privato la società di qualcosa come cinque-sei milioni di euro in arrivo da diritti sportivi, sponsor, pubblicità. Meglio andarci in fondo, a questa storia. Ripartendo, magari, proprio da quello che Abodi sta spiegando in questi giorni. Rigorosamente via twitter. 

IL PRESIDENTE della Lega di serie B, a chi gli chiede perché il Pisa sia stato escluso dal ripescaggio, ripete sempre lo stesso concetto: «Carenza di documentazione». Oppure con altre parole: «Mancava la certificazione tecnica dell’impianto d’illuminazione dello stadio». Si tratta del documento di cui si è parlato tanto in questi ultimi giorni, ma mai citato in alcun comunicato ufficiale della Figc, nemmeno in quello che elenca in maniera minuziosa tutti gli adempimenti necessari per inoltrare domanda di ripescaggio. Documento che il Pisa giura, oltretutto, non essergli mai stato chiesto nemmeno per telefono prima di venerdì scorso, come invece insistono a spiegare dalla Lega. Solo di fronte all’allarme arrivato nella sede nerazzurra poche ore prima della sentenza sul ripescaggio è partita da Pisa la mail contenente la certificazione dell’impianto luci. Ma a quel punto era troppo tardi. Twitta Abodi: «Documento assente nel dossier presentato entro le ore 13 del 25 agosto (termine per presentare la domanda di ripescaggio, ndr). Arrivato nel primo pomeriggio del 29, incompleto e datato 16 giugno». Resta il fatto che, a chi fa notare che il certificato di collaudio luci non risulta fra i documenti ritenuti obbligatori per essere ripescati, Abodi risponde in modo piuttosto confuso: prima citando il titolo secondo, punto 8 del ‘Sitema licenze nazionali’ dove però si parla semplicemente della necessità di avere un impianto da 800 lux, poi aggiungendo che spetta alla società interessata certificare la conformità dell’impianto e alla Lega verificare la documentazione. Ma ancora: a chi gli chiede dove stia scritto tutto questo, Abodi non fornisce risposta. 

CHIUDIAMO con l’ultima contraddizione. Che alla fine è anche la più lampante. Nel comunicato con cui la Figc ufficializza il ripescaggio del Vicenza, si dice che «così come accertato dalla Lega e dalla Commissione criteri infrastrutturali, per l’Arena Garibaldi non risulta rispettato il valore di illuminazione di 800 lux». Peccato che né la Lega né la commissione abbiano potuto accertare un bel niente. Sono mesi, infatti, che allo stadio non viene effettuato un controllo simile. Tantomeno un sopralluogo ufficiale è avvenuto nei giorni che hanno preceduto la sentenza. Allora, di che accertamento si sta parlando?