Pisa, è l’ora di ruggire

Coraggio, orgoglio, concentrazione e intensità

L’allenatore del Pisa, Piero Braglia

L’allenatore del Pisa, Piero Braglia

Pisa, 27 febbraio 2015 - Non sono parole buttate giù a caso, sono parole che indicano l’unica strada da seguire per dare quella zampata vincente che il campionato si aspetta da mesi: coraggio, orgoglio, concentrazione e intensità. Non dev’essere il Pisa a temere l’Ascoli, ma viceversa e il fattore Arena Garibaldi dovrà avere un peso determinante. Piero Braglia ha già la sua ricetta per la sfida che può rilanciare il Pisa verso la prima posizione, ma con una raccomandazione: servirà essere più risolutivi nell’ultimo passaggio e al momento di concludere. Testa e cuore perché è umanissimo lanciarsi in campo pensando di risolvere subito la contesa, sentendo il profumo dell’impresa, serve però la consapevolezza che stavolta non si scherza e non si può sprecare.

Sono passati sei giorni ed è già un’altra storia: il derby-delusione di Pontedera è una nuvola lontanissima spazzata via dal ciclone del tifo più genuino e passionale. Tutti a sospingere il Pisa lasciando da parte polemiche, delusioni e processi. Ci sarà tempo per tutto e non potranno essere concessi sconti. Ma oggi pensiamo all’Ascoli. I nerazzurri sono consapevoli di trovarsi di fronte un avversario ostico, difficile da affrontare, ma il Pisa ha grande voglia di fare, di gettare la maschera e di mostrare il suo vero volto. Quello che conta è che ci sia lo spirito giusto per far fronte a un impegno tanto importante.

Il Pisa non può non giocare per vincere, perché a suon di punti regalati a destra e a manca, è in ritardo sulla tabella di marcia e il tempo per recuperare il terreno perduto è sempre meno. Siamo nel mese cruciale della stagione in un’escalation di impegni delicati da onorare senza bruciarsi le mani e pagare uno scotto pesantissimo. L’Ascoli è primo in classifica semplicemente perché ha avuto un cammino più regolare e ha perso meno punti con le piccole, non perché è più forte. Il Pisa può batterlo e renderlo insicuro, ma deve giocare da Pisa cioè da grande squadra.