Caso nidi, «Politica del risparmio e malagestione quotidiana»

La lunga lettera del comitato di gestione dell’asilo i Passi. «Venuta meno la fiducia»

L’assessore Marilù Chiofalo (foto di Valtriani)

L’assessore Marilù Chiofalo (foto di Valtriani)

Pisa, 24 giugno 2016 - La polemica non si placa. Le scuole comunali e l’assessorato alla pubblica istruzione continuano ad essere al centro di accesi dibattiti. Da febbraio, mese che ha visto la triste vicenda dei maltrattamenti ai danni dei piccoli dell’asilo nido comunale del Cep, per l’assessore comunale Marilù Chiofalo non c’è stata più pace. Prima il vuoto del coordinatore didattico, poi la vicenda della bambina che, sempre nel quartiere popolare del Cep, è riuscita a scappare dalla struttura comunale raggiungendo i palazzi dall’altra parte della strada e, infine, le dimissioni dei due comitati di gestione. Ma la bufera non è ancora volta al termine. Soffia un vento gelido dalle parti dei servizi educativi comunali, un vento gelido culminato con la richiesta - da parte delle forze di opposizione - delle dimissioni dell’assessore Chiofalo. Una vera e propria bufera politica - che si è scatenata all’indomani della decisione di ritirarsi dei comitati di gestione - sul versante dell’opposizione che chiede le dimissioni, o quanto meno il ritiro della delega istruzione, dell’assessore.

Ma la burrasca non ha solo i colori della politica. Ad accendere nuovamente il dibattito e a chiedere spiegazioni questa volta è Caterina Di Pasquale a nome del comitato di gestione dell’asilo nido de ‘I passi’ che, alla redazione pisana de La Nazione, ha inviato una lunga lettera. «La nostra protesta - scrivono i genitori del comitato - non nasce, come alcuni vogliono suggerire, dall’essere strumentalizzati dai sindacati, dalle educatrici o dall’essere ideologicamente schierati contro le esternalizzazioni e contro la rotazione. Tanto meno la nostra protesta manifesta un disinteresse nei confronti della libertà di espressione e di gioco dei nostri figli e dei loro amici. Non partecipare alla realizzazione di un’ideale città per i bambini, così come vorrebbe costruirla l’assessorato, non significa non riconoscere loro centralità. Una tale dichiarazione, al pari di quella relativa alla strumentalizzazione, è offensiva e lesiva della libertà di opinione e di arbitrio di ciascun genitore».

Diversi i motivi alla base del malcontento dei genitori dell’asilo de I Passi. «La nostra protesta - incalzano - nasce da una partecipazione non inclusiva. I comitati di gestione, come è stato fatto presente all’assessore e alla dirigenza, sono contesti informali in cui i genitori si offrono come volontari per provare a risolvere problemi di varia natura. Pertanto un processo inclusivo di partecipazione avrebbe dovuto richiedere la presenza dell’assessore nei singoli istituti per dialogare con le famiglie, con le educatrici, per raccogliere opinioni, idee o anche dissenso. Questa è la democrazia partecipativa». Ferme le parole dei genitori che subito dopo palesano le ragioni della loro lettera.

«Al contrario di quanto ci aspettavamo - proseguono - il processo partecipativo si è materializzato in una convocazione dall’alto dei soli presidenti dei suddetti comitati (strumenti obsoleti il cui regolamento vigente rimanda alle circoscrizioni). Ma in nome di cosa - domandano - i presidenti avrebbero dovuto decidere di temi importantissimi quali il miglioramento dei servizi, per giunta in così poco tempo?». Ma non sono solo questi gli episodi che hanno portato i genitori de I passi sul piede di guerra. «La protesta nasce anche da un’esperienza quotidiana di mal gestione e mancato dialogo con gli uffici di riferimento; - proseguono i genitori / Ci vogliono mesi per vedere aggiustato lo sportello di un quadro elettrico o una porta ma, al contrario, ci vuole pochissimo tempo per assistere a spostamenti improvvisi di educatrici o per subire riduzione di orari».

Aspetti, questi ultimi, che hanno fatto venire meno la fiducia nei confronti delle politiche adottate dall’assessore Chiofalo. «E’ questa cattiva gestione del quotidiano che rende poco fiduciosi noi genitori; - concludono all’unisono - L’esternalizzazione non sarebbe un problema se i criteri di scelta non fossero solo il risparmio, se si desse priorità ai bisogni dei bambini, alla professionalità delle educatrici e, soprattutto, se ciò non significasse la progressiva dismissione e il progressivo disinvestimento nel pubblico, che già vive nella cronica carenza di organico, di risorse, di comunicazione. Una città dei bambini si costruisce dialogando con tutti, anche con chi non è d’accordo. Noi genitori abbiamo posto domande e aspettiamo risposte concrete. Solo così, forse, potremo ricomporre quel legame di fiducia necessario alla realizzazione di modelli ideali».

Queste e altre richieste dei genitori dei comitati di gestione sono solo alcune delle domande che, di pari passo, vanno a braccetto con le interpellanze che, proprio ora in Consiglio Comunale, le forze dell’opposizione stanno rivolgendo all’assessore Chiofalo. Tra i consiglieri più fermi sulla richiesta di dimissioni ci sono Valeria Antoni del movimento 5 stelle, Diego Petrucci di ‘Noi Adesso Pisa’ e Raffaele Latrofa di ‘Pisa nel cuore’.