La morte del parà durante il lancio: era un incursore, viveva a Pisa

L'incidente nel Senese. Aperte due inchieste

Nel riquadro il parà morto

Nel riquadro il parà morto

Siena, 25 giugno 2015 - Tragedia nei cieli di Chiusdino nel Senese dove ieri era in corso un lancio di addestramento degli incursori del 9° reggimento «Col Moschin» che hanno la loro sede a Pisa al Centro addestramento paracadutisti di via di Gello. In località Pentolina ha trovato la morte il sergente Sergio David Ferreri, 32 anni compiuti qualche giorno fa. Cosa sia accaduto dovranno stabilirlo le due diverse inchieste aperte dalla Procura ordinaria e da quella militare.

Ferreri era un paracadutista esperto tanto che aveva al suo attivo numerosi lanci e vari erano i brevetti di cui poteva fregiarsi tra cui quelli americano e portoghese. Aveva partecipato anche a varie missioni all’estero e tra queste anche per due volte in Afghanistan. Ieri insieme ad altri colleghi era partito in mattinata da Pisa dove abitava. Tutti avevano raggiunto la zona del lancio con un C130 della 46ª Brigata Aerea. L’addestramento di ieri prevedeva un lancio ad alta quota con paracadute ad ala.

Il sergente Ferreri dopo l’ok si era lanciato, ma qualcosa non è andato per il verso giusto tanto che è piombato al suolo a quattrocento metri dal punto dove, invece, sarebbe dovuto atterrare. Chi era a terra ha capito subito la gravità della situazione. I parà dunque si sono precipitati in aiuto del loro collega. Non è stato facile raggiungerlo perché in quel punto la vegetazione è molto fitta. I soccorritori hanno fatto di tutto pur di salvare il trentaduenne. Ma è stato tutto inutile.

Quando è arrivato il medico del 118 non ha potuto far altro che costarne il decesso. Sull’accaduto sono state informate le procure ordinarie e militari e saranno proprio loro a dover ricostruire quanto accaduto nei cieli sopra a Pentolina. Il pm Antonino Nastasi ha disposto la rimozione della salma e tra oggi e domani dovrebbe decidere a quale medico affidare l’autopsia. Sergio David Ferreri era nato in Venezuela da genitori italiani sposato, e aveva deciso giovanissimo di entrare nei paracadutisti incursori. «Il più profondo cordoglio e sentimenti di vicinanza» ai familiari del sottufficiale è stato espresso dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Danilo Errico, a nome della forza armata e suo personale.

Cecilia Marzotti