Orrore: "Cani uccisi nei boschi"

L’associazione: "Fenomeno favorito dall’assenza di microchip"

Secondo l’Enpa spesso i cacciatori eliminano i cani non ritenuti «validi» per la caccia

Secondo l’Enpa spesso i cacciatori eliminano i cani non ritenuti «validi» per la caccia

Pisa, 19 aprile 2015 - "I cani devono essere dotati del microchip". L’Enpa di Pisa lancia un allarme che riguarda tutta la provincia e in particolare Cascina, Vicopisano, San Giuliano Terme, Calci e Vecchiano. La legge regionale 59 sancisce in Toscana l’obbligo di dotare di microchip il proprio cane. Questa misura serve non solo a registrare il cucciolo all’anagrafe canina così da poter avere un censimento aggiornato sugli animali domestici toscani, ma anche a controllare il fenomeno degli abbandoni e del randagismo.

Infatti, in caso di ritrovamento di un cane, un lettore elettronico può, in pochi secondi, far conoscere il nome e i dati del proprietario così da capire se l’animale è stato abbandonato o si è allontanato. Da anni, molti animalisti e associazioni dedite alla protezione degli animali, lottano per far modificare la legge in particolare per il problema ‘cacciatori’.

"Purtroppo, un fenomeno diffuso anche nella provincia di Pisa, è l’abbattimento dei cani da caccia - spiega Maria Teresa Barghigiani, delegata Enpa di Cascina -. Troppo spesso avviene che i cacciatori ‘provino’ i cani, al momento che non li considerano ‘buoni’ per la caccia o li uccidono con una fucilata lasciando i corpi nei boschi, o li abbandonano. Questo fenomeno è favorito dalla mancanza di sanzioni e di controlli sulla presenza del microchip. Abbiamo stimato che tra i cacciatori, almeno il 50% non rispetta l’obbligo del microchip".

"I controlli sono affidati in primis alla polizia municipale - continua la delegata Enpa di Cascina -, poi anche ai Carabinieri, Guardia di Finanza e guardie zoofile. Il Comune dovrebbe dotare i vigili del dispositivo per la lettura del microchip così da consentire un controllo immediato dei requisiti anagrafici". La legge c’è, ma in pochi la fanno rispettare.

"I controlli sono inesistenti", aggiunge la volontaria . A Cascina nel 2014, la situazione abbandoni era nettamente migliorata con un calo notevole del randagismo, ma, nel 2015 purtroppo, c’è stato un cambio d’inversione.

Irene Salvini