Sindaco minacciato di morte: "Un’aggressione di stampo squadrista. Niente giustifica comportamenti violenti"

Filippeschi: "Chi li asseconda si prende una gravissima responsabilità"

Il sindaco in Consiglio comunale con i bancarellai del Duomo che protestano

Il sindaco in Consiglio comunale con i bancarellai del Duomo che protestano

Pisa, 7 ottobre 2015 - "Non lo posso accettare. Questa è la sala in cui si esercita la democrazia di questa città". Scuote la testa il sindaco Marco Filippeschi. Gli agenti della Digos lo circondano e lo scortano fuori dalla Sala Regia. Il volto è contratto. La tensione taglia l’aria di Palazzo Gambacorti. In gioco c’è, appunto, la democrazia. Così il primo cittadino raggiunge il prefetto Attilio Visconti e il questore Alberto Francini al Palazzo del Governo.

Insieme, a caldo, valutano la situazione. Informano il Ministero dell’Interno. Tutti concordano che la decisione del sindaco di far riprendere i lavori è l’unica possibile. Così Filippeschi risale in auto e torna a Palazzo Gambacorti. In una giornata piena di adrenalina. Sono quasi le 20 quando si ferma un attimo e risponde alle nostre domande. 

Ve l’aspettavate? "Non certo un’aggressione di questo genere. E’ stato un fatto molto grave, un esempio di squadrismo organizzato, assolutamente inaccettabile. Sapevo che ci sarebbero stati dei passaggi delicati, ma niente giustifica quello che è accaduto".

Cosa l’ha colpita di più? "Sia io che tutti gli altri presenti siamo stati colpiti profondamente dalle minacce che abbiamo subito. Si deve essere liberi di scegliere nelle nostre competenze, nel dialogo con le altre istituzioni che hanno poteri specifici rispetto a un patrimonio tutelato nella lista dell’Unesco. Non ci siamo mai sottratti alle nostre responsabilità".

Cosa la preoccupa? "Vedo delle malizie pericolose. Ho letto la dichiarazione di Giulio Garzella della Confesercenti che imputa al Comune il prolungamento dei lavori del cantiere di due mesi. Lui e la sua associazione sanno benissimo che il Comune non c’entra niente e che la proroga è dettata da un rilievo della Sovrintendenza di cui l’azienda ospedaliera e l’Opera della Primaziale hanno dovuto tener conto. Perché si spargono questi veleni?".

Che idea si è fatto? "Credo si debba seguire la strada principale, che è quella della legge. La legge Franceschini risolve questi casi e noi non siamo l’unico in Italia. Se ne è discusso per il Colosseo come per la piazza del Vaticano. Quindi si tratta di trovare soluzioni sapendo che la presenza delle bancarelle sulla piazza era comunque provvisoria, né poteva essere autorizzata in modo definitivo".

Vi accusano di aver deciso sulle loro teste... "Il dialogo c’è sempre stato, con incontri ripetuti con l’assessore Ferrante. A metà settembre i bancarellai mi hanno inviato una lettera alla quale ho risposto. Una cosa è l’interlocuzione... altra è la violenza squadrista di oggi. Ho sempre partecipato alle assemblee. Abbiamo ascoltato l’interlocutore, ma si deve comunque considerare le competenze e i poteri del Ministero dei Beni culturali, perché il tentativo di concentrare sul Comune o su qualche amministratore tutta la pressione mi pare miope".

Ora che succede? "Anche la Regione ha sottoscritto l’intesa. Facciamo valere anche la capacità che può avere la Regione per trovare le soluzioni migliori. Essendo questo l’ente di governo dell’azienda ospedaliera-universitaria dispone, al momento della dismissione delle attività ospedaliere, degli spazi più vicini alla piazza".

Che pensa della soluzione Trovatelli? "Sarebbe una bella soluzione, ma a oggi una manifestazione di interessi non è mai stata fatta. C’è stata solo una dimostrazione d’interesse. Quando ci è stata proposta abbiamo cercato di agevolarla spostando l’obiettivo a quel recupero, che è importante nell’interesse della città e che può essere importante anche per gli operatori".

Tre anni fa l’ipotesi via Pietrasantina è stata bocciata, pensa che questo abbia giocato contro gli interessi degli operatori del Duomo? "Non lo so. Noi avevamo proposto via Pietrasantina sulla base di uno studio economico misurato sui flussi dei bus turistici. Ma abbiamo verificato una chiusura totale da parte loro. Per questo oggi dico che ci vuole uno sforzo consapevole e anche costruttivo: non servono le prepotenze, perché tutti siamo impegnati a cercare una soluzione di prospettiva. Tutti abbiamo a cuore le attività e le famiglie che ci lavorano".

Teme per la sua incolumità? "Con il prefetto e il questore abbiamo valutato la situazione con preoccupazione. La libertà dei consiglieri di fare il loro lavoro meritando rispetto è un bene assoluto che non si può discutere. Le istituzioni devono poter sempre svolgere liberamente il loro compito, senza subire prepotenze. Accerteremo quello che è accaduto sotto tutti i profili. Niente giustifica i comportamenti violenti. Chi li asseconda si prende una gravissima responsabilità. La legalità dev’essere sempre garantita".