Il marito di Roberta Ragusa ostenta sicurezza e va a fare la spesa con Sara

Antonio Logli insieme alla sua compagna è stato notato nel supermercato affollato di gente. Roberta Ragusa è scomparsa da casa la notte fra il 12 e il 13 gennaio del 2012; Logli è accusato di omicidio volontario e soppressione di cadavere

Antonio Logli e la compagna  Sara Calzolaro a fare la spesa

Antonio Logli e la compagna Sara Calzolaro a fare la spesa

Pisa, 25 aprile 2016 - Una serata al supermercato per Antonio Logli e la compagna Sara Calzolaio, che sabato 24 aprile 2016, intorno alle 20.30 sono entrati al Carrefour della Fontina e, carrello alla mano, hanno fatto la spesa come le centinaia di clienti che a quell’ora affollavano l’ipermercato. Moltissime persone hanno immediatamente riconosciuto il marito di Roberta Ragusa, la madre di due figli scomparsa nel nulla nella notte del 13 gennaio 2012. Logli è accusato di omicidio volontario e soppressione di cadavere e i magistrati pisani hanno appena incassato il round del ricorso per Cassazione: la Suprema Corte ha infatti annullato il proscioglimento emesso l’anno scorso dal Gup del Tribunale di Pisa. Dunque – probabilmente dopo l’estate – Logli dovrà comparire davanti a un altro Gup e si terrà una nuova udienza preliminare.

Intanto ostenta sicurezza e tranquillità camminando a fianco della compagna, Sara Calzolaio – l’ex baby sitter dei figli di Roberta – proprio come hanno fatto l’altra sera al Carrefour. Lei con un giaccone fiorito, lui jeans e giubbotto scuro, hanno percorso lentamente i corridoi dei vari reparti riempiendo il carrello, incuranti degli sguardi incuriositi dei clienti dell’ipermercato della Fontina. Poi si sono messi in fila per la cassa e alla fine Logli ha pagato il conto per avviarsi verso l’uscita.

I legali di Logli intanto stanno studiando le carte e le motivazioni con le quali la Cassazione ha annullato il proscioglimento e accolto il ricorso della Procura e dei familiari di Roberta laddove gli stessi insistono per «l’esclusione di possibili ipotesi alternative alla fine violenta della donna», circostanza «da ritenersi del tutto logica e coerente – osserva la Cassazione – col compendio indiziario» raccolto dagli investigatori. E’ pertanto da «escludere» che dagli atti dell’indagine sulla scomparsa di Roberta «emerga in modo evidente l’innocenza dell’imputato». Quanto al Gup del proscioglimento, secondo da Cassazione, «ha svolto un giudizio di merito sugli elementi probatori offerti dall’accusa, così sostituendosi in modo surrettizio al giudice della cognizione, al quale solo spetta, all’esito del dibattimento, stabilire se l’imputato, sulla base delle risultanze dibattimentali, possa o meno ritenersi colpevole».