"Caso Ragusa, Logli ha mentito sui graffi che aveva in fronte"

"Prima disse che si era ferito con un ramo d’ulivo, poi urtando uno spigolo"

Roberta Ragusa

Roberta Ragusa

Pisa, 16 luglio 2014 - SE UN GIORNO Antonio Logli potesse essere interrogato o volesse fare una dichiarazione spontanea - in teoria l’uomo potrebbe anche arrivare alla sentenza di un eventuale processo senza mai aver aperto bocca (da indagato, prima, e da imputato, poi) - sarebbe interessante sapere quale spiegazione fornirà in merito ai graffi che presentava sulla fronte il giorno successivo alla misteriosa scomparsa di sua moglie Roberta Ragusa. A smentire il marito della donna non ci sono solo Loris Gozi e Silvana Piampiani - che sostengono di averlo visto la notte della scomparsa mentre lui dice di essere andato a letto - e lo stesso Loris Gozi, sua moglie e sua suocera che affermano di aver ricevuto due visite del Logli - che invece nega - il giorno successivo alla sparizione di Roberta.

SECONDO gli investigatori, infatti, ci sono anche altre due persone che smentiscono quanto Antonio Logli riferì ai carabinieri di San Giuliano Terme quando denunciò la scomparsa di Roberta. Si tratta di Margherita Latona - già dipendente dei Logli dal 2000 nella veste sia di collaboratrice domestica, sia di baby-sitter, diventando nel tempo anche amica di Roberta - e di suo marito. La mattina successiva alla scomparsa della contitolare dell’autoscuola «Futura», anche la coppia - come diverse altre persone intervenute in via Dini - notò alcuni graffi sulla fronte di Antonio Logli ed entrambi ne rimasero colpiti. Del resto anche la comandante della polizia municipale sangiulianese, Grazia Angiolini, recatasi quella mattina a casa dei Logli, riferì di l’uomo «appariva provato ed emaciato, presentava alcune escoriazioni sulla fronte oltre ad altri tre piccoli graffi sullo zigomo sinistro di colore rosa, apparentemente recenti, non molto lunghi ed abbastanza equidistanti». Va considerato soprattutto che, a differenza di quanto affermato in sede di escussione, il marito di Roberta ha riferito sul particolare differenti versioni. Ai militari della Stazione dei carabinieri di San Giuliano Terme, infatti, il 14 febbraio 2012, nel corso di sommarie informazioni, aveva affermato di essersi procurato il graffio sul volto urtando su una pianta di ulivo del suo giardino, mentre a Margherita Latona, nell’immediatezza dei fatti, aveva detto di aver urtato uno spigolo o un angolo. Le diverse informazioni rese da un lato ai carabinieri, dall’altro alla signora Latona e a suo marito evidenziano come a distanza di alcuni giorni Logli abbia fornito due diverse giustificazioni in merito al medesimo fatto. Delle quali almeno una è certamente falsa. Ma potrebbero esserle entrambe.