Imposte da record sui capannoni. A Pisa un salasso per le imprese

La combinazione Imu e Tasi vede un aumento del 31%

Capannoni, ecco la stangata

Capannoni, ecco la stangata

Pisa, 28 settembre 2014 - E’ ALLARME «salasso» per le imprese pisane: la combinazione tra Imu e Tasi avrebbe, infatti, prodotto un ulteriore aggravio fiscale per quanto riguarda i capannoni. L’analisi è ‘firmata’ dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha stimato come in tre comuni capoluogo di provincia su quattro la tassazione sui capannoni è di fatto aumentata. E in termini percentuali, a svettare in classifica è proprio Pisa dove sembra essere presente l’incremento più «pesante»: +31%, pari a un aumento medio di 791 euro. Primato di cui gli imprenditori pisani avrebbero fatto volentieri a meno, esattamente come quelli di Brindisi (+18%, pari a un aggravio di 2.314 euro) e Treviso (+17% che si traduce in un rincaro di 321 euro). La Cgia di Mestre ha preso in considerazione dalle decisioni prese dagli 80 Comuni capoluogo di provincia pubblicate sul sito del Dipartimento delle Finanze (entro il 24 settembre 2014) e riguardanti le aliquote Imu e Tasi applicate ai capannoni e fabbricati artigianali che fanno parte della categoria catastale D1. E’ in questo ambito che l’aumento per Pisa viene stimato come «micidiale».

«CHE CI SIA stato un incremento significativo è innegabile ma va considerato — ribatte l’assessore al bilancio Andrea Serfogli — che la partenza era una aliquota Imu per gli immobili strumentali alle attività produttive al 7,6 per mille quindi tra le più basse d’Italia, più bassa anche rispetto ai vicini di casa di Firenze, Siena e Lucca dove si attestava già al 10,6. Il rialzo di 2 punti e mezzo è stato, comunque, determinato - visti i tagli - dalla volontà di non caricare troppo la pressione sulle prime case e di non introdurre il pagamento della Tasi per gli inquilini. Sui capannoni D1 era anche stato presentato da me un emendamento per abbassare di qualche punto l’aliquota, differenziando questa categoria dalle altre che fanno parte del segmento D (ospedali, teatri, scuole, alberghi, banche, assicurazioni). Ma l’emendamento è stato bocciato dai revisori. Sarà mia cura tornare su questo punto e trovare una soluzione migliore». Ridurre, cioè, il divario tra i comuni (del tutto inavvicinabili) dove gli imprenditori che possiedono un capannone possono ritenersi soddisfatti: il Comune di Nuoro (-14%, -147 euro), Modena (-15%, - 309 euro) e Siracusa (-15%, - 463 euro). Per l’anno in corso, l’aliquota Imu sui capannoni oscilla da un minimo del 7,6 per mille a un massimo del 10,6 per mille. Quella della Tasi da zero al 2,5 per mille. Il legislatore, comunque, ha stabilito che la somma delle aliquote Imu + Tasi da applicare agli immobili strumentali non può superare l’11,4 per mille.