Gattuso non vuole sorprese: ''I ragazzi sono avvisati, guai stupirsi dell'aggressività del Santarcangelo"

Nel Pisa che in Romagna cercherà di conquistare la prima vittoria esterna stagionale, quasi sicuramente non ci sarà Di Tacchio. Al suo posto Ricci.

L'allenatore del Pisa Rino Gattuso

L'allenatore del Pisa Rino Gattuso

Pisa, sabato 3 ottobre  - «Le condizioni del campo non mi preoccupano: che sia pesante o meno, noi andremo a Santarcangelo per fare la nostra partita e provare a portare a casa l'intera posta in palio». Non è certo il meteo la preoccupazione maggiore di Rino Gattuso alla vigilia della trasferta in terra romagnola. E per una ragione molto semplice: «E' vero che abbiamo giocatori di buona qualità tecnica che potrebbero essere un po' in difficoltà su un campo allentato, ma anche sotto il profilo della fisicità non siamo affatto carenti – dice -: non mi sembra che ai vari Cani, Rozzio e Polverini manchi qualcosa sotto questo profilo».

Che cosa la preoccupa invece?

«Sarà anche una banalità ma dovremo stare attenti soprattutto al Santarcangelo visto che giocheremo contro di loro ...».

Che squadra è quella romagnola?

«Sono una buona squadra, soprattutto dalla cintola insù.  Conosco Petermann perché ho avuto modo di allenarlo anche se da allora è molto cambiato: è cresciuto, e se tutti sono come lui non sarà facile. Dovremo fare molta attenzione».

Il Pisa come ci arriva?

«Bene, perché in settimana ho potuto lavorare con il gruppo quasi al gran completo. A parte Di Tacchio, tutti gli altri sono a disposizione. Ma, in ogni caso, l'ultima parola spetta sempre al campo...».

E lì che Pisa vuol vedere?

«Su una cosa non ci sono dubbi: noi dobbiamo e possiamo crescere ancora. Soprattutto dal punto di vista della condizione fisica: avete notato che alcuni giocatori viaggiano come treni per sessanta o settanta minuti e poi calano? C'è ancora qualche problema di tenuta e li risolveremo più velocemente quando avremo recuperato tutti i vari acciaccati. Però su una cosa non transigo: guai sorprendersi dell'aggressività dei nostri avversari. E' una caratteristica della Lega Pro su cui martello tutti i giorni i ragazzi».

Il modulo lo ha già deciso?

«Questa è una domanda che mi fate molto spesso. In realtà la risposta non è difficile: noi conosciamo solo due sistemi di gioco, il 4-3-3 e il 4-4-2, e a me non piace mettere troppa confusione nella testa dei miei giocatori. Tirate voi le conclusioni».

In ogni caso in mezzo in cabina di regia sarà confermato Ricci?

«Che Matteo sappia giocare a pallone è fuor di dubbio, ma in questi giorni lo avete elogiato troppo (ride ndr) mentre lui deve rimanere con i piedi ben saldi a terra e pensare solo a crescere e migliorare ancora ...».

Sotto quali aspetti?

«Soprattutto dal punto di vista della continuità della prestazione durante la partita.Hai dei colpi importanti, ma fra una giocata e l'altra si prende pause troppo lunghe e in mezzo al campo non se le può permettere. Beninteso, è giovane e può crescere anche se non ci dimentichiamo che in altri paesi ci sono ragazzi che a 19 anni giocnao in Champions ...».

Vuol dire che in Italia non ci sono giovani di qualità?

«No, è il sistema che non funziona: servono i secondi campionati e le squadre B perchè è importante che i ragazzi possano confrontarsi con i giocatori veri. Ricordo che già 18 anni fa in Scozia, quando non scendevo in campo la domenica, giocavo il martedi nella squadra B dei Rangers. E, sinceramente, mi è servito parecchio».