Giovedì 25 Aprile 2024

Terrorismo, lo studente espulso in un post sul suo blog: "Cerco un dottorato di ricerca"

All'Ansa: 'Io sono un jihadista quanto lo è Nietzsche'. Agli investigatori italiani Furkan Semih Dundar avrebbe detto di sentirsi perseguitato e pedinato dai servizi segreti turchi / "NON SONO UN TERRORISTA: E' TUTTO UN EQUIVOCO" / LA DOPPIA VITA DEL GIOVANE FISICO: "LA DISCOTECA? ABITUDINE OCCIDENTALE" / LA PADRONA DI CASA E IL COINQUILINO / TERRORISMO: ESPULSO DOTTORANDO TURCO DELLA NORMALE. "IN MAIL MINACCIAVA DI FARSI SALTARE DAVANTI ALLE AMBASCIATE"

Lo studente turco

Lo studente turco

Pisa, 21 gennaio 2015 - "Sto cercando una posizione di dottorato di ricerca in gravità quantistica": è quanto postato oggi da Furkan Semih Dundar in inglese sul suo blog personale. Nel post lo studente venticinquenne, espulso il mese scorso dall'Italia, mentre frequentava il dottorato alla Scuola Normale di Pisa, dopo aver inviato a Cia e altri siti governativi occidentali mail di presunte minacce, spiega anche di non essere "in grado di entrare nello spazio Schengen per cinque anni". "Al momento - spiega nel post pubblicato oggi - sono un visitatore in un istituto scientifico per un breve periodo di tempo. Perché io sarei il loro primo studente internazionale di dottorato". Aggiunge poi: "A causa dell'incertezza della situazione, vorrei invitare Università e docenti a propormi con una posizione coraggiosa una borsa di studio di dottorato. Le proposte da università occidentali sono naturalmente benvenute. Anche se allo stato attuale delle cose non sono in grado di entrare nello spazio Schengen per cinque anni, c'è sempre una possibilità di ottenere permessi speciali dei governi su richiesta delle università".

Il post pubblicato

LE INDAGINI - Proseguono intanto gli accertamenti sul giovane. A casa dello studente la polizia ha prelevato un iPad e un MacBook, utilizzati per inviare le mail, il suo telefono cellulare e un ebook. Le mail contenenti le presunte minacce in seguito alle quali è stato espulso dall'Italia le avrebbe scritte senza usare alcuna accortezza per evitare di farsi individuare. In particolare Furkan Semih Dundar le avrebbe scritte con il suo pc e inviate utilizzando la linea Adsl della casa dove abitava a Pisa, città dove era arrivato a novembre scorso per seguire un corso di perfezionamento in fisica come dottorando alla Normale. 

I MESSAGGI AL VAGLIO DEGLI INVESTIGATORI - Tra i destinatari dei messaggi inviati via mail da Furkan Semih Dundar c'era anche la Cia alla quale dal proprio computer personale avrebbe inviato almeno tre mail il 17, il 20 e il 21 dicembre scorsi. Nella prima, secondo quanto si apprende in ambienti investigativi, il fisico della Scuola Normale di Pisa avrebbe scritto: "Oggi esploderà un'ambulanza a New York. È il terrore post moderno. È geniale". Poi il 20 dicembre, contattando ancora la Cia: "Voi credete che io abbia l'hobby di farmi esplodere". Infine, il 21 un'altra mail: "Oggi penso di uccidermi". In seguito alle missive l'intelligence americana avrebbe subito avvisato i colleghi italiani e permesso di rintracciare in fretta lo studente, prelevato il 22 dicembre dalla sua abitazione di Pisa dalla digos. Il 26 dicembre la procura della Repubblica di Pisa, che lo aveva iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di procurato allarme, ha concesso il nulla osta per l'espulsione, poi eseguita. Non è chiaro dove lo studente abbia trascorso i giorni dal 22 al 26 dicembre anche se Dundar, pur non essendo destinatario di alcuna misura restrittiva, non sarebbe mai stato perso di vista dagli agenti. Agli investigatori italiani Furkan Semih Dundar avrebbe detto di sentirsi perseguitato e pedinato anche a Pisa dai servizi segreti turchi. A queste affermazioni, da quanto si apprende dagli inquirenti, non sono seguite comunque formali denunce "e non ci sono riscontri che sia vero ciò che dice". Sempre da quanto emerso, lo studente agli investigatori più che un presunto terrorista sarebbe apparso come un giovane che cercava attenzioni.

LA SUA VERSIONE ALL'ANSA - "Sapevo di essere trattato come un nemico senza ragione. Volevo farla finita con questo". Così, ha risposto all'ANSA in una mail di risposta all'ANSA, Furkan Semih Dundar, lo studente turco espulso a dicembre spiega perché ha scritto alla polizia e alla Cia. Dundar suggerisce anche un "titolo da prima pagina: 'Io sono un jihadista quanto lo è Nietzsche'". "La storia - racconta Furkan Semih Dundar - comincia in Turchia. Proprio un anno prima la mia laurea all'ODTU (università tecnica di Ankara ndr), notai che il MIT (il servizio segreto turco) mi stava seguendo mettendomi in una situazione di pressione psicologica. Il mio obiettivo era ottenere il Phd (dottorato di ricerca ndr) cosicché scrivendo una buona tesi avrei potuto cominciare un corso scientifico lì. Più tardi, a causa del MIT, ho pensato di andare all'estero". Furkan Semih Dundar racconta ancora di essersi lasciato ispirare da un film premio Oscar per scegliere la destinazione. "Ho visto il film 'La grande bellezza' al cinema due volte - ricorda - e ho deciso che mi sarebbe piaciuto andare in Italia. Nelle prime settimane ho cercato di non fare caso se venivo seguito oppure no - racconta -. Ignoravo questi pensieri. A un certo punto, non li ho potuti omettere. Piuttosto che scrivere certi messaggi ho pensato di andare alla polizia e parlare con loro direttamente. Poi, ho pensato che potevo essere considerato uno schizofrenico e questo sarebbe stato esattamente l'opposto di quello che desideravo: trovare pace per perseguire i miei studi. Per questo il mio primo messaggio è stato di questo tenore: 'se pensate che io sia una minaccia, arrestatemi', in modo che la situazione potesse finire e io potessi avere l'occasione per parlare e loro di poter pormi delle domande. Dal momento che lo stessa situazione (essere seguito per le strade e cose simili) persisteva pensai che loro lo stessero facendo per divertimento e cominciai a scrivere messaggi provocatori alla Cia e alla polizia italiana per porre fine alla situazione. Ora è finita e io sono felice. Sebbene il mio metodo sia stato estremo".