Dopo il «Galilei» la sanità: guerra Pisa-Firenze. Conflitto in casa Pd

Paolo Fontanelli accusa: «Certe scelte ormai privilegiano solo Careggi»

Sala operatoria (foto repertorio)

Sala operatoria (foto repertorio)

Pisa, 16 settembre 2014 - PRIMA l’aeroporto, adesso la sanità. Due fronti ‘caldi’ di un duello — quella tra Firenze e Pisa — che ora sta creando malumori anche dentro al Pd. Ben oltre campanilismo ed eterne rivalità. Agli ultimi passaggi della vicenda-Peretola (con Enac che nelle ultime ore avrebbe dato il via libera alla pista di 2.400 metri), ha fatto eco in questi giorni l’addio del dottor Stanislao Rizzo — dirigente dell’unità operativa di chirurgia oftalmica — che dall’Azienda ospedaliera pisana passerà dal prossimo 1° novembre al polo di Careggi. L’ennesimo «scippo» di Firenze ai danni di Pisa, così molti lo hanno definito. Un «trasloco» che porterà con sè anche altri camici bianchi (tre giovani medici, su richiesta dello stesso Rizzo, dirottati a sostegno della sua attività libero professionale intramoenia) e una serie di assunzioni per creare uno staff a cinque stelle: 45 nuovi posti, tra infermieri e operatori socio-sanitari. 

L’ALLARME per questa «campagna acquisti» è stato dato ieri dal deputato Pd Paolo Fontanelli: «Per diversi anni gli operatori del sistema sanitario pisano sono stati orgogliosi e fortemente impegnati e responsabilizzati in questo progetto. Ora sembra che le cose abbiano preso un senso diverso. La sensazione che si avverte parlando con loro è quella di una scelta che va decisamente privilegiando il polo fiorentino. Careggi, appunto. Sensazione suffragata dalla concreta destinazione delle risorse». 

«SIAMO di fronte a un processo di centralizzazione dei grandi servizi su Firenze con conseguente ridimensionamento delle altre realtà toscane?» si chiede Paolo Fontanelli sul proprio blog. E la risposta, non senza polemica, arriva Simone Naldoni, consigliere regionale Pd e componente della commissione sanità. Parole che lanciano ombre anche su Livorno. 

«LEGGO che all’amico Paolo Fontanelli — afferma Naldoni — sta sorgendo il dubbio che sia in corso un processo di centralizzazione verso Firenze della sanità Toscana. Lo spunto è offerto dal passaggio di un professionista dal Cisanello di Pisa a Careggi. Diversamente da Fontanelli, io credo che dal momento in cui rimaniamo nell’ambito della sanità pubblica Toscana, lo spostamento da un’azienda ad un’altra, non debba essere necessariamente visto come una campagna acquisti interna, orchestrata a scapito di qualcuno. Anzi. Dovrebbe essere visto come un processo, positivo, di interazione tra professionisti e strutture. Inoltre — aggiunge — non mi sembra che Pisa sia trascurata a vantaggio di Firenze. La sanità pisana ha ricevuto, giustamente, centinaia di milioni di euro per adeguare il nuovo ospedale e tenerlo ai più alti livelli nazionali. Recentemente sono stati aperti (o sono prossimi all’apertura) nuovi ospedali in sostituzione di quelli vecchi, sull’asse Prato-Massa. Molti soldi sono stati investiti anche per Careggi, e se un professionista viene invogliato, non costretto, a muoversi da un’azienda all’altra non si dovrebbe gridare allo scandalo». 

E NALDONI va anche oltre: «Firenze non è solo Azienda Ospedaliera di Careggi, nel capoluogo la Asl territoriale gestisce ospedali che avrebbero bisogno di finanziamenti immediati per ammodernare standard alberghieri e tecnologici; in alcuni casi, come quello di Borgo S. Lorenzo, addirittura strutturali. Allora — ecco la provocazione — visto che si parla di sanità della costa proporrei — nel caso in cui i livornesi bocciassero con il referendum, opportunamente chiesto dal Presidente Rossi, definitivamente l’idea dell’ospedale nuovo — di stornare immediatamente quei soldi per adeguare gli ospedali di Torregalli e Borgo San Lorenzo. Siamo certi che di fronte a un’occasione del genere, gli abitanti dalle nostre parti festeggerebbero».