Martedì 23 Aprile 2024

Dieci titoli per la stagione di danza del Verdi

Ma il bilancio è un problema: "Per il 2015 spendiamo 40mila euro oltre il finanziamento. Non possiamo più permettercelo"

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Pisa, 9 dicembre 2014 - ­ Ciak, si balla. Gli appuntamenti dedicati alla danza prendono il via al Verdi a partire dal 3 gennaio. Dieci i titoli in cartellone, 12 le recite proposte per i prossimi cinque mesi, fino a maggio. Il direttore artistico del teatro e della rassegna, Silvano Patacca, ci accompagna in una 'visita guidata' tra i vari spettacoli, i motivi delle scelte e i conti da far quadrare. ­

Un nutrito cartellone di danza al contrario della maggior parte dei teatri italiani. E questo nonostante la crisi. Più ombre o più luci in questa decisione?

"Essere uno dei pochi teatri di tradizione che propongono un'organica rassegna di danza è un vanto. Inoltre proprio per il riconoscimento del nostro lavoro quest'anno ci è stato attribuito un piccolo finanziamento in più dal Ministero per le attività culturali. Queste sono le luci. Poi ci sono le ombre. Anzi, il buio pesto, perché per mantere gli spettacoli di danza del 2015 il 'Verdi' dovrà spendere di tasca propria circa 40mila euro, ovviamente in più rispetto al finanziamento. E il consiglio di amministrazione, insieme al presidente, ci hanno detto che non possiamo più permettercelo". ­

Come si chiude il bilancio del Verdi?

"Il 2014 chiude in pareggio. Il bilancio preventivo del 2015 al momento sembra che si chiuderà con un passivo di 33mila euro. Nonostante la situazione non sia affatto terribile, tuttavia ci viene chiesto di raggiugere il pareggio, o addirittura guadagnare qualcosa. Quindi dovremo pensare a una soluzione". ­

L'anno passato però i titoli della danza erano 8. Quest'anno 10 con 12 repliche...

"Ce lo ha imposto un nuovo decreto ministeriale con il quale si stabilisce che per ottenere il finanziamento statale non bastano più 8 recite, ma ce ne vogliono almeno 12" .

­Dal 2015 cosa farete dunque? Eliminerete il cartellone di danza?

"Una delle ipotesi che stiamo vagliando è quella di inserire la danza nella stagione di prosa. Decideremo a marzo quando conosceremo i dati relativi alle nuove sovvenzioni..." ­

Dunque la danza resterà comunque, anche se non è economicamente vantaggiosa?

"E' una scelta di politica culturale. La danza è una disciplina importante e paritaria a tutte le altre. Inoltre il valore e l'attività artistica di un Teatro deve essere valutata nel suo complesso. Grazie alla nostra attività lo scorso maggio abbiamo presentato a Pisa la piattaforma nazionale della danza, una sorta di mostra­mercato durata 4 giorni durante la quale abbiamo presentato al mondo 18 nuovi spettacoli. Ciò significa un grande ritorno di immagine, oltre allo sviluppo dell'indotto. Anche questo è stato un riconoscimento: un'altra luce". ­

Perché la danza non riesce a decollare?

"Non è così. Quest'anno abbiamo già il 75 per cento di abbonamenti in più rispetto alla scorsa stagione. Un aumento che fa ben sperare anche per la vendita dei biglietti. Inoltre ad alcuni titoli abbiamo cominciato ad affiancare una iniziativa di formazione del pubblico. Cioè una serie di incontri che possano fornire gli strumenti necessari a capire meglio lo spettacolo. Se la danza di repertorio, infatti, racconta una storia, quella contemporanea, invece, si basa sul movimento, di cui dobbiamo essere in grado di apprezzare alcune caratteristiche". ­

Il cartellone che sta per cominciare ha qualche particolarità?

"Il filo rosso di quest'anno sono gli evergreen del grande repertorio, però rivisitati in chiave contemporanea. Parlo de 'Il lago dei cigni', 'Lo schiaccianoci' e 'Giselle'", ­

Niente classici?

"Il 'classicone' sulle punte nel cartellone 2015 non c'è. Il fatto è che non c'erano proposte di qualità che pensavo potessero piacere al pubblico. Tra i titoli, però, Zorba, messo in scena da una compagnia ungherese unendo la danza moderna al folklore greco, è certamente quello che ha l'andamento più classicheggiante. Le musiche sono di Mikis Theodorakis e tutti conosconoscono il sirtaki. Anche la scenografia è interessante perché è in tre dimensioni e in alcuni momenti non si riconoscono più i danzatori sul palco e quelli in video". ­

Come sceglie gli spettacoli?

"Vado a vederli o esamino i video. Alcune compagnie, però, sono una garanzia e allora posso sceglierli anche a scatola chiusa perché so che il livello artistico è altissimo". ­

Ci racconti qualcosa del primo appuntamento, quello del 3 gennaio, con il Kataklò Athletic Dance Theatre che mette in scena 'Puzzle'...

"E' uno spettacolo nato per festeggiare i primi quindici anni di vita della compagnia e sono tutti spezzoni dei loro successi. Sono brani storici uniti a nuove produzioni in un turbinio di corpi che compone scenari surreali e crea illusione, superando qualsiasi immaginazione. Ci sono armonia, forme dinamiche e atletismo acrobatico. Non dimentichiamoci che la direzione artistica della compagnia è di Giulia Staccioli, la quale è stata campionessa di ginastica artistica. A tutto questo si aggiungano i suoni e la musica: ciò che ne esce è uno spettacolo a 360 gradi". ­

A febbraio invece si ballerà il tango.

"'Romeo y Julieta tango' si ispira al celebre dramma shakespeariano intrecciando danza contemporanea e tango. Le musiche saranno eseguite dal vivo e i tangueros sono argentini. Uno spettacolo avvincente che si concluderà con la possibilità di danzare per tutti. Infatti, dopo lo spettacolo, nella sala 'Titta Ruffo' il centro Nagual di Pisa organizzerà una milonga, mescolandosi al pubblico. Ci sarà da divertirsi". ­

Ma lei quando ha cominciato a interessarsi di danza?

"La mia passione è iniziata da bambino con la vecchia maratona di danza della Vittoria Ottolenghi in onda in Tv tutti i sabati all'ora di pranzo. Si immagini la scena nella nostra casa del Cep. Eravamo sei figli: quattro bambine a cui la danza non interessava per niente e un maschio che pensava solo al pallone. Io ero l'unico incollato davanti alla televisione a guardare chi danzava. Mi sarebbe anche piaciuto praticarla, la danza, ma i miei genitori non avevano né i mezzi, né l' intenzione. Poi, qando sono stato grande, ci ho provato col flamenko, ma non è andata bene" .

­Cosa propone ai bambini delle scuole di danza cittadine?

"Alcuni coreografi, su richiesta, incontreranno i ragazzi delle scuole di danza. Ma il progetto più importante è previsto per la prossima stagione, quella del 2016. Si tratta di far ballare gli allievi insieme ai professionisti sul palco del Verdi. Il tema dovrebbe darlo Walter Matteini, coreografo della Imperfect Dancers Company, la compagnia di danza in residenza nel nostro teatro. Sulla base dell'argomento e delle musiche da lui scelte, ogni scuola dovrà creare una parte della coreografia che poi darà origine a un vero e proprio spettacolo in cui anche i ragazzi sono protagonisti. Walter Matteini, insieme a Ina Broeckx, quest' anno hanno firmato la coreografia dell'ultimo appuntamento in cartellone, 'Il cigno nero', sulla scena il 9 maggio in prima nazionale".