Detenuto si impicca nel bagno del carcere di Pisa

Mezz'ora prima, al normale giro di controllo, il detenuto era regolarmente nella sua branda. Il sindacato Sappe ha calcolato che in 20 anni sono stati sventati 16mila suicidi. Per l'Osapp, l'organizzazione autonoma di polizia penitenziaria, questo è il ventottesimo suicidio in cella nel 2014

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Pisa, 1 settembre 2014 - Stamani un detenuto extracomunitario di 46 anni si è ucciso nel carcere di Pisa. L'uomo si è impiccato nel bagno della cella che condivideva con un altro detenuto. A darne notizia in una nota è Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp, Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria. "Sulla carta - afferma il sindacato - il sovraffollamento penitenziario in Toscana non sarebbe in condizioni critiche, a differenza di altre sedi, atteso che per i 3246 detenuti presenti sarebbero 3345 i posti della capienza cosiddetta 'regolamentare' e, addirittura, 4916 i posti della capienza cosiddetta 'tollerabile', mentre nel carcere di Pisa a fronte di una capienza 'regolamentare' di 288 posti sono presenti 261 detenuti, per cui è da ritenere che le cause che hanno portato ai gravi eventi di Firenze-Sollicciano, Porto Azzurro nei giorni scorsi e oggi a Pisa hanno altre cause, probabilmente, insite in un sistema e in una organizzazione che al di là dei numeri produce comunque disagio e sofferenza nell'utenza come nel personale".

"Peraltro - prosegue Beneduci - l'episodio ingenera ulteriori e gravi dubbi anche rispetto ai criteri di gestione del lavoro in uso negli istituti di pena e riguardo alla considerazione istituzionale in cui è tenuta l'amministrazione penitenziaria, in ambito nazionale e periferico, se da un lato risulterebbero contemporaneamente assenti per ferie il direttore e il comandante di reparto di Pisa, nonchè il provveditore regionale, mentre nell'assoluta discrezionalità che compete all'autorità giudiziaria le indagini di rito a Pisa sono state comunque affidate ai militari dell'arma dei carabinieri e non agli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria". "E', pertanto - conclude Beneduci -, non solo urgente ma di vitale importanza che il Governo inserisca nella riforma della giustizia anche la completa riorganizzazione dell'amministrazione penitenziaria e, a oltre 24 anni dalla prima, una nuova riforma della polizia penitenziaria".