Pisa, 1 settembre 2014 - Stamani un detenuto extracomunitario di 46 anni si è ucciso nel carcere di Pisa. L'uomo si è impiccato nel bagno della cella che condivideva con un altro detenuto. A darne notizia in una nota è Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp, Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria. "Sulla carta - afferma il sindacato - il sovraffollamento penitenziario in Toscana non sarebbe in condizioni critiche, a differenza di altre sedi, atteso che per i 3246 detenuti presenti sarebbero 3345 i posti della capienza cosiddetta 'regolamentare' e, addirittura, 4916 i posti della capienza cosiddetta 'tollerabile', mentre nel carcere di Pisa a fronte di una capienza 'regolamentare' di 288 posti sono presenti 261 detenuti, per cui è da ritenere che le cause che hanno portato ai gravi eventi di Firenze-Sollicciano, Porto Azzurro nei giorni scorsi e oggi a Pisa hanno altre cause, probabilmente, insite in un sistema e in una organizzazione che al di là dei numeri produce comunque disagio e sofferenza nell'utenza come nel personale".
"Peraltro - prosegue Beneduci - l'episodio ingenera ulteriori e gravi dubbi anche rispetto ai criteri di gestione del lavoro in uso negli istituti di pena e riguardo alla considerazione istituzionale in cui è tenuta l'amministrazione penitenziaria, in ambito nazionale e periferico, se da un lato risulterebbero contemporaneamente assenti per ferie il direttore e il comandante di reparto di Pisa, nonchè il provveditore regionale, mentre nell'assoluta discrezionalità che compete all'autorità giudiziaria le indagini di rito a Pisa sono state comunque affidate ai militari dell'arma dei carabinieri e non agli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria". "E', pertanto - conclude Beneduci -, non solo urgente ma di vitale importanza che il Governo inserisca nella riforma della giustizia anche la completa riorganizzazione dell'amministrazione penitenziaria e, a oltre 24 anni dalla prima, una nuova riforma della polizia penitenziaria".