Piazza dei Cavalieri, è qui la festa. Pochi spiccioli per una birra calda

La nostra inchiesta sul degrado: ogni sera l’area è piena di centinaia di giovani, ogni mattina di quintali di rifiuti

La vendita della birra con i carrelli in piazza dei cavalieri, una costante nelle notti della movida

La vendita della birra con i carrelli in piazza dei cavalieri, una costante nelle notti della movida

Pisa, 26 luglio 2015 - Una notte nel cuore della movida pisana: tra bottiglie rotte, odore di urina e venditori abusivi di alcolici. Piazza degli Anziani, poi piazza delle Sette Vie, quindi dei Cavalieri. Quello che un tempo era il centro civile della nostra città, adesso è il cuore delle notti brave. Forse è sbagliato chiamare «movida» la calca immobile di ragazzi – a decine se non centinaia a seconda degli orari – che popola lo spazio da poco restaurato che si apre tra Palazzo della Carovana, Scuola Normale e chiesa dei Cavalieri. Qui la storia della città e la sua cultura millenaria non c’entrano assolutamente niente e l’unica cosa che conta è il prezzo della prossima birra.

Ci sono tantissimi gruppi di ragazzi, alcuni seduti dove capita – non importa che siano gli scalini del sagrato della chiesa o l’asfalto –, altri in piedi, a cercare di far festa con tamburi e musica improvvisata. Tra un cerchio di persone e l’altro passano gli abusivi, con i loro alcolici freschi, stipati dentro carrelli della spesa che diventano bar al calare del sole. Il ghiaccio si scioglie presto, vista la calura che non abbandona il centro città neanche di notte, ma nessuno ci fa caso e compra un’altra birra – calda a questo punto – con pochi spiccioli. Non importano i divieti. Non importa a nessuno che non si possano bere alcolici in bottiglie di vetro fuori dai locali. Non passa neanche per la testa che quegli alcolici, comprati al nero, danneggino l’economia dei locali cittadini che pagano regolarmente le tasse. L’importante è bere un altro sorso per «divertirsi» ancora.

I frequentatoeri della piazza sono ragazzi dai 18 ai 30 anni. Giovani che di giorno studiano, per la maggior parte, altri lavorano e vengono qui in piazza per conoscere gente nuova o salutare vecchi amici. Nessuna voglia di trasgredire ma, a detta loro, solo «gente che vuole far festa». Eppure chi lavora in queste zone, e la mattina raggiunge il proprio esercizio commerciale, deve fare i conti con dozzine di bottiglie rotte e i resti di bisogni espletati dove capita, spesso sulle mura dei palazzi e negli angoli bui delle vie vicine. Chiaramente si potrebbe fare di più, sicuramente per quanto riguarda lo smaltimento delle bottiglie. Si potrebbero fare multe a chi sporca di notte, controllare, oppure lasciare più bidoni della spazzatura. Non certo due piccoli cestini con le ruote che arrivano all’ora di cena già pieni di rifiuti gettati dai turisti durante il giorno. Non si può neanche continuare a far finta di niente e lasciare tutto com’è, visto che la città offre molto per chi vuole divertirsi di notte: basti pensare alla chiusura dei lungarni al traffico estivo e ai numerosi locali presenti lungo l’asse commerciale e nelle piazze vicine. Forse basterebbe solo un maggiore rispetto.