Darsena Europa prende il largo, ma potrebbe creare erosione

Il nuovo porto di Livorno e i rischi per Tirrenia e Calambrone

Panoramica del porto di Livorno

Panoramica del porto di Livorno

Pisa, 28 maggio 2015 - Quale futuro è possibile ipotizzare oggi per il litorale pisano alla luce del megaprogetto di espansione in mare del porto di Livorno? L’accordo, che dà il via a quella che si chiamerà Darsena Europa e punta a fare di Livorno una specie di Rotterdam del Mediterraneo, è stato firmato una quindicina di giorni fa fra gli enti livornesi e la regione Toscana alla presenza di Enrico Rossi e Matteo Renzi che ha garantito non solo la copertura politica ma anche i finanziamenti europei e statali, cui si aggiungeranno capitali privati. Il tutto per un miliardo o poco più. Insomma, a meno che non si tratti di uno sfacciato spot elettorale per tentare di recuperare la città di Livorno finita in mano ai grillini, l’ampliamento del porto, che non da oggi è nell’agenda degli enti livornesi, sembra proprio destinato a prendere il via.

Un progetto importante, dunque, e non soltanto per Livorno ma per l’intera area costiera di cui anche Pisa fa parte. Ne abbiamo già parlato su queste pagine il 28 dicembre del 2013, senza che la cosa abbia suscitato particolari reazioni. Con l’eccezione di una sortita del sindaco di Livorno Nogarin che a febbraio, proprio a Pisa, manifestò non pochi dubbi e accennò alla necessità di approfondire e chiarire molti aspetti del piano. Poi Nogarin non ha più dato seguito alle sue affermazioni e all’atto della firma c’era anche lui. Poi sul megaporto a Calambrone è calato il silenzio, almeno a Pisa. Ma siccome la cosa riguarda anche il litorale pisano, e non di sfuggita, è bene ricordare di che cosa si tratta.

Quello della Darsena Europa è un progetto di grande impatto ambientale, al punto che renderà necessario ridisegnare la carta geografica della costa fra Pisa e Livorno. La Darsena Europa infatti sorgerà sulla riva sinistra della foce del Calambrone, quindi a poche decine di metri dalle spiagge pisane che per ora si sono salvate dall’erosione, quella di Calambrone appunto e quella di Tirrenia, e avrà la forma di una vera e propria penisola allungata in mare per circa due chilometri. Un immenso terrapieno che ospiterà una darsena lunga più di un un chilometro con le relative banchine per gli attracchi delle supernavi del futuro, quelle che oggi a Livorno non possono neppure avvicinarsi. Poi ci saranno piazzali di manovra, svincoli autostradali e due linee ferroviarie che dovranno essere capaci di accogliere treni merci lunghi fino a settecento metri e altre infrastrutture di servizio. Ovviamente per far attraccare le supernavi si dovranno anche dragare i fondali e portarli dagli attuali -13 metri fino a -17 metri. Il nuovo porto, la cui imboccatura è previsto sia orientata a libeccio sarà poi protetto da un sistema di dighe, che andranno a sostituire quella del Marzocco non più adeguata.

Detto dell’importanza che l’opera assumerà per l’area costiera (la previsione è di concluderla entro quattro o cinque anni) molti sono gli interrogativi sul futuro del litorale pisano. Quali conseguenze potrà avere quell’enorme piattaforma proiettata in mare sull’arenile di Tirrenia e Calambrone, oltre all’inevitabile ‘rottura’ del paesaggio? Muterò il gioco delle correnti? E in che misura? Si accentuerà il fenomeno dell’erosione facendo fare a Tirrenia e Calambrone la stessa fine che ha fatto Marina? Oppure accadrà il contrario? Domande più che legittime che però da Pisa nessuno, almeno per ora, ha posto in termini davvero perentori. E’ il caso di cominciare a farlo. Anche per non dare l’impressione che il dibattito sul futuro del litorale sia limitato soltanto alle spiagge di ghiaia, all’antenna di Marina e alle lampadine rotte.