Pisa, 2 agosto 2012 - PANTALONI di lino blu e camicia di cotone. Elegante e sportivo. Lei in tubino nero e tacchi alti, bionda e bella. Lui era il principe Alberto di Monaco, lei non era la consorte Charlene. Forse una giovane amica o un altro membro della famiglia reale, chissà. Una coppia che non è passata inosservata, quando è entrata nella farmacia Mugnaini di Ghezzano per acquistare un farmaco. Una piccola spesa — 13 euro e spiccioli — e qualche parola in perfetto italiano pronunciata da lui. Poi, al momento di saldare il conto, la «rivelazione».
 

MARTEDÌ, ore 18. I farmacisti stanno servendo i clienti quando al bancone si presenta la coppia. Belli ed eleganti, senza alcuna guardia del corpo. Il biondo principe presenta la ricetta al farmacista, lui recupera il medicinale dagli scaffali e nell’atto di emettere lo scontrino chiede il codice fiscale in modo da poter poi detrarre la spesa dalla dichiarazione dei redditi. «Non siamo residenti in Italia...», questa più o meno la risposta del principe in incognito. Poi lui apre il portafoglio «e il farmacista, appassionato di Formula Uno — spiega Ugo Mugnaini, il titolare che in quel momento era assente — nota lo stemma dei Grimaldi, che è ovunque durante il Gran Prix di Monaco. Poi i due nomi impressi: Alexandre Pierre. Il suo nome per esteso è infatti Albert Alexandre Louis Pierre Grimaldi». E la luce, finalmente, si accende: lui è il Principe di Monaco. Che prima tira fuori la carta di credito poi paga con una banconota da 20. «E quasi si infastidisce — racconta ancora Mugnaini — per tutte le monetine di resto». Poi via, chissà su quale auto parcheggiata nel piazzale. «Se fossi stato lì — conclude Mugnaini — avrei sicuramente fatto una foto ricordo». E intanto è mistero sul soggiorno toscano del Principe di Monaco.

Francesca Bianchi