Sergio Costanzo torna con 'Ibelin' e racconta Pisa alle Crociate

Presentazione domenica 13 alle 10 al Pisa Book Festival

Sergio Costanzo

Sergio Costanzo

Pisa, 7 novembre 2016 - Nuovo romanzo storico 'pisano' per Sergio Costanzo, scrittore, biologo, runner. Pagine in cui il respiro, questa volta, si amplia fino a  sconfinare in Terrasanta, a Gerusalemme, Aleppo e nella stessa Ibelin che offre il titolo al libro (Linee infinite, 15 euro, debutto al Pisa Book Festival domenica 13 alle 10).

Ancora Pisa ma 'vista' da lontano...

"Ho sempre posto Pisa al centro delle mie narrazioni, intessendo storie che si dipanano dai vicoli e dalle piazze. Stavolta è diverso ma Pisa è comunque sullo sfondo. Forse è proprio quando si è distanti, che si percepisce la grandezza delle cose, materiali o astratte che siano". 

"Ibelin", perchè?

"Ibelin è l'ennesimo tentativo di riempire un vuoto, quello generato dall'invasione fiorentina del 1409. Da lì, tutta la storia, i documenti, le opere materiali sono state distrutte, cancellate. Pisa è orfana della propria storia e noi ci fregiamo di un passato che non conosciamo. Baleari, battaglia di Amalfi ( si scoprirà la verità storica su quello scontro), i rapporti con i Giudicati sardi, il Concilio di Pisa, le trame oscure per governare le sorti del papato e dell'impero. Tutto avveniva nella nostra città. Pisa fu prima di tutto potenza culturale, sede del più importante studio di giuristi del mondo allora conosciuto. Fu la cultura, prima che l'imprenditoria marinara e la forza militare, a far grande la nostra storia". 

Leggendo 'Ibelin' chi incontriamo?

"Se in 'Io Busketo', la potenza della nostra città, richiamò architetti e finanze, ora in 'Ibelin', la stessa forza esonda e si propaga. Anticipando di un millennio una tendenza odierna, Pisa inviò le sue menti migliori in, in nord Africa, a Costantinopoli, a Gerusalemme. Su quei palcoscenici si giocavano le sorti dei commerci e della politica estera. Si scoprirà allora come Burgundio Leoli o Guglielmo Bonacci (padre del più famoso Leonardo), transitino ed operino, nei porti e nelle corti d'oriente. E con loro e prima di loro, pure Barisano Pisano, giurista e redattore della Costituzione degli Stati Latini d'Oriente, il legislatore del regno di Gerusalemme, a servizio di re Baldovino I a partire dal 1115. E, dopo di lui, i suoi figli, e su tutti, Baliano".

E poi ci sono le Crociate e i Templari. 'Ibelin' riesce a svelare qualche mistero? 

"Non si può parlare di Crociata senza addentraci nella storia templare. Il mistero sui loro fondatori e sulle politiche che seguirono, hanno alimentato una produzione storica e letteraria senza pari. Nella stesura originale della sua  Historia rerum in partibus transmarinis gestarum certifica che il fondatore dei Templari fu Ugo di Pagano. Un uomo, figlio di un pagano, o quantomeno un convertito di recente tanto da portarne il nome quasi come un marchio. Modi decenni dopo la stesura originale di quel testo, un documento provenzale, una traduzione, trasformò Ugo di Pagano in Ugo di Payn e, automaticamente, la storiografia francese si appropriò di quella figura costruendo un castello di inesattezze, poi, passivamente accettate. Ma, chi era veramente Ugo di Pagano? Chi amò, cosa costruì e cosa perse, ma soprattutto, da dove veniva? E fu un devoto cristiano o, come agente segreto ante litteram, non rinnegò mai il paganesimo che fu di suo padre e della sua famiglia nei millenni? E l'organizzazione che fondò, aveva il dovere di difendere i pellegrini o mille altri scopi meno visibili? Non si stupisca il lettore, si meravigli, se vuole, ma non pensi che ciò che narro sia inventato". 

Tutto vero, quindi?

"Proprio per corroborare la vicenda e conferire autenticità, il libro si apre con una nota autografa di Agostino Agostini Venerosi della Seta che elenca la documentazione e le suggestioni scaturite studiando i documenti dell'archivio di famiglia. Un fondo diplomatico che raccoglie e custodisce 663 pergamene a partire dal 1044. E la prima, la più antica, guarda caso è un contratto di vendita di un bene che consentì ad un nobile pisano di imbarcarsi per Gerusalemme... Quanta nostra storia, ancora da scoprire e salvata dai danni dei nemici e dalla corruzione del tempo, proprio perché archivio domestico, di casa. Sarà grazie agli archivi storici privati, custoditi e difesi talvolta a prezzo della vita che la storia di Pisa potrà essere riscritta".

Anche i personaggi sono veramenet esistiti?

"Lo sforzo è stato immane, ma spero ne sia valsa la pena. A parte due figure secondarie e citate all'inizio del libro, tutti i personaggi (a centinaia) che popolano le pagine, sono personaggi reali, storicamente acclarati e descritti nel loro agire storico. Da Goffredo di Buglione in poi, gesta di re, cavalieri, duchi, dame, gente comune, alleati e nemici. E fra questi Saladino, figura leggendaria e archetipo del male e dell'oscuro. Ibn al athir, segretario privato di Saladino, annotò nel Kamil at Tawarikh, tutte le conversazioni private del Sultano. Leggendo i dialoghi tra Baliano di Ibelin e Saladino mi sono fatto un'idea personale della persona, della sua ferocia, certo, ma anche del suo rigore intellettuale e della sua correttezza morale, la sua morale, ovviamente. Doti che invece non furono del troppo celebrato Bernardo di Chiaravalle, un ragazzotto nobile e borioso, scarso negli studi che fece dell'arroganza la sua arma migliore".

Cosa possiamo anticipare della trama?

"Posso solo dire che la vicenda inizia con il ritorno dei pisani dalle Baleari nell'estate del 1115 e termina il 2 ottobre del 1187, quando il Saladino entrò in Gerusalemme, decretando l'inizio della fine dell'epopea crociata".