di Valeria Caldelli

Parigi, 29 aprile 2013 - Fino all'inizio dell'Ottocento era a Pisa, prima nella chiesa di San Francesco e poi, per un breve periodo, in quella di San Nicola. Ma venne 'requisita' dalle truppe napoleoniche e portata in Francia.

Oggi il Louvre, che la custodisce, ne ha fatto il cuore di una mostra dedicata a "Giotto e compagni", una trentina di opere  di cui pochissime certamente uscite dai pennelli del maestro fiorentino. E, tra queste, sicuramente c'è  "San Francesco riceve le stimmate", una grande pala d'altare che ha alla base tre predelle in cui si raccontano alcuni momenti della storia dell'ordine francescano: 'Il sogno di Innocenzo III'; 'L'approvazione dello Statuto dell'Ordine da parte di Innocenzo III'; 'La predicazione di San Francesco agli uccelli'.

Nessun dubbio sulla sua attribuzione, dal momento che si tratta di uno dei rari capolavori che Giotto ha firmato. Poco studiato e soprattutto poco esposto a causa delle sue dimensioni che lo rendono difficilmente trasportabile, il dipinto presenta ancora dei punti oscuri sia sul piano dell'interpretazione iconografica che della sua 'nascita'.

Chi ne ordinò, ad esempio, la sua realizzazione? L'interpretazione più accreditata in passato era che l'ordinazione fosse stata fatta dalla famiglia pisana Cinquini e che fosse destinata ad una delle due cappelle del transetto sinistro della chiesa di San Francesco, dove ancora si trovano le insegne della famiglia. Secondo le ultime ricerche, però, appare più probabile che l'opera sia stata concepita per essere appesa ad una delle travi del soffitto, insieme ad altri dipinti.

Assai probabilmente venne eseguita alla fine del XIII secolo, tra il 1297 e il 1299, dopo il ciclo della chiesa di Assisi, anche se una data precisa sembra per ora impossibile da individuare. 

Molto, dunque, resta ancora da scoprire. Di certo c'è che per la prima volta ne parla Vasari nel 1568, riconducendola alla chiesa di San Francesco di Pisa, chiesa dove resterà fino alla soppressione del convento, avvenuta nel 1786. Allora la pala verrà spostata e resterà visibile per alcuni anni nella chiesa di San Nicola, prima di essere requisita dalle truppe napoleoniche e depositata nel Camposanto Monumentale, in piazza  del Duomo, nell'anno di grazia 1810. Appena dodici mesi più tardi il direttore del Musei napoleonici, Dominique Vivant Denon, nominato dallo stesso Napoleone, passò al setaccio il territorio pisano e quello fiorentino alla ricerca dei 'primitivi'.

Come si ricorda nel catalogo della mostra, 'San Francesco riceve le stimmate' lasciò Pisa nell'ottobre del 1812, circa 200 anni fa, insieme ad altri quattro capolavori: la 'Maestà' di Cimabue, oggi a Louvre; 'L'incoronazione della Vergine' di Zanobi Machiavelli, ora al museo di Digione; un polittico di Taddeo di Bartolo, ora al museo di Grenoble; 'La vergine con bambino' di Turino Vanni, custodito al Louvre.

"E' la prima volta che il nostro museo accoglie un' esposizione dedicata al Trecento italiano. E lo fa per rendere omaggio a Giotto che, a partire dalla fine del XIII secolo, fu artefice di una rivoluzione senza precedenti nel mondo della pittura", scrive Henri Loyrette, presidente-direttore del Louvre, nella prefazione al catalogo "Giotto e compagni". E la curatrice della mostra, Dominique Thiebaut, ricordando come siano stati raccolti capolavori da molte parti del mondo, insiste: "Speriamo che per i visitatori del museo queste opere siano l'occasione per  scoprire un momento fondamentale della storia dell'arte occidentale, quello di un rinnovamento profondo, che si è propagato prima in tutta la penisola italiana e poi in Europa".

La mostra, allestita, nell'antica cappella del re di Francia, resterà aperta fino al 15 luglio.