"Contro le donne non esiste solamente la violenza fisica"

Intervista a Di Bartolomeo, presidente Pari opportunità: "Anche gli uomini si schierino"

Il presidente del consiglio Pari Opportunità Di Bartolomeo (foto Valtriani-Teta)

Il presidente del consiglio Pari Opportunità Di Bartolomeo (foto Valtriani-Teta)

Pisa, 19 novembre 2017 - Donna, madre, moglie, imprenditrice. In gioco a 360 gradi, esattamente come dovrebbe essere l’impegno per combattere la violenza contro le donne, tutti i giorni: «Manifestazioni, azioni di sensibilizzazione, incontri, riflessioni sono fondamentali. E lo saranno ancora di più quando in mezzo a tante donne parteciperanno anche gli uomini. Ma è compito di ciascuno di noi, nel quotidiano, ascoltare, osservare, aiutare chi è vittima di violenza e non ha la forza di denunciare». E’ questo l’invito di Valeria Di Bartolomeo, presidente del Consiglio cittadino per le pari opportunità ovvero l’organo del consiglio comunale che è ‘motore’ e ‘cassa di risonanza’ delle politiche di genere in tutti gli ambiti (politici, amministrativi ed economico-finanziari) con l’obiettivo dichiarato di promuovere e valorizzare le energie positive delle donne. Oltre e nonostante gli ostacoli.

Quando è nato l’impegno a favore delle donne?

«Dalla mia storia imprenditoriale, sicuramente (è vice presidente di Devitalia, azienda fondata nel 1997 che opera nel settore delle telecomunicazioni). Nel 2009, dopo l’esperienza tra i Giovani Imprenditori di Confcommercio, sono diventata presidente del gruppo Terziario Donna. E’ attraverso questo canale che sono entrata in contatto con il consiglio cittadino per le pari opportunità del quale poi sono stata eletta presidente nel 2014».

Donne e lavoro: quale è il ‘valore aggiunto’ e quali le difficoltà?

«A livello decisionale l’approccio maschile e quello femminile sono molto diversi. Quello delle donne è un approccio empatico, l’ambiente che si crea è più rilassato e colloquiale. Certo è che l’uguaglianza di trattamento è lontana: basta guardare gli stipendi o i ruoli dirigenziali. Persino l’accesso al credito rappresenta per le donne uno scoglio. Alle donne vengono chieste garanzie maggiori e diverse, a volte persino la firma del marito».

Violenza nei confronti delle donne è, infatti, anche quella economica.

«Assolutamente. Le vittime sono spesso mogli e compagne prive di una occupazione lavorativa o che comunque guadagnano assai meno del marito. Non esiste solamente la violenza fisica anche se è quella che fa più rumore E la casa, la famiglia sono purtroppo il luogo dove la violenza si consuma maggiormente. Le percentuali arrivano fino all’86%».

Anche perché conciliare lavoro e famiglia è ancora assai complesso...

«Non è un caso che le donne si sentano sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato... Oggi più che mai, tra l’altro, visto che il sostegno e la tutela da parte dello Stato è quasi inesistente».

Fare rete tra donne è un’arma vincente?

«Certo. Io credo fortemente nelle sinergie. Anche a livello lavorativo, mettendo insieme le donne, quel che esce è sempre qualcosa di straordinario».