Usura, tre direttori di banca a giudizio. "Tassi-choc: fino al 2000 per cento"

Il processo è partito dalla denuncia di un imprenditore

I fatti risalirebbero al 2006 fino al 2013 (foto di repertorio)

I fatti risalirebbero al 2006 fino al 2013 (foto di repertorio)

Pisa, 23 gennaio 2018 - LA DENUNCIA di un imprenditore di Pontedera, che ha una società di costruzioni, su un prestito per lui poco regolare e le indagini. Si cerca di ricostruire il caso per presunta usura, ma poi la Procura chiede l’archiviazione. In base alle consulenze dei periti di parte, però, si parla di tassi molto superiori al consentito che arriverebbero anche al 2000 per cento. Da qui l’imputazione coatta e il processo che doveva, di fatto, iniziare ieri: a giudizio tre bancari (una donna di 59 anni, di Lucca, e due uomini, uno di 65, di Camaiore e l’altro di 63, di Viareggio, che si sono affidati all’avvocato Maurilio D’angelo del foro di Roma) che si sono succeduti, dal settembre 2006 all’aprile 2013, nella direzione della filiale a Pontedera della banca dove l’uomo aveva aperto due conti corrente.

MA L’UDIENZA davanti al secondo collegio del Tribunale di Pisa (presidente Eugenia Mirani, a latere Raffaella Poggi e Antonella Frizilio) è saltata per il ruolo troppo carico e per un procedimento precedente con molti testimoni. Si entrerà nel merito a febbraio con l’esame del consulente tecnico, l’ufficiale di polizia giudiziaria e l’imprenditore stesso, un 58enne pontederese assistito dall’avvocato Enrica Gardin di Pistoia. Quindi, saranno fissate altre due o tre udienze successive. La banca, tutelata dall’avvocato Fenyes Sigfrido, è stata citata come responsabile civile.

SECONDO l’accusa, l’uomo avrebbe pagato nel tempo interessi passivi con tasso a usura sullo scoperto di conto corrente per circa 125mila euro. Interessi maturati su due conti finalizzati proprio all’attività della sua impresa. I tassi sarebbero cresciuti nell’arco degli anni. E così alla prima direttrice vengono imputati interessi dell’899 per cento e del 418 per cento; al secondo direttore (2008-20011) interessi del 383 per cento e del 738 per cento; al terzo (2011-2013) viene addebitata la richiesta di interessi all’imprenditore che vanno addirittura dal 1424 al 2046 per cento. Un caso ancora tutto da discutere e che per la difesa si basa esclusivamente sui calcoli del consulente di parte.