Non pagano e aggrediscono i baristi. Rissa, urla e bottiglie rotte tra i turisti

Tre tunisini scatenano il finimondo nel locale di Alessandro Trolese

Il locale in piazza Vittorio dove è stato aggredito il personale (foto Valtriani)

Il locale in piazza Vittorio dove è stato aggredito il personale (foto Valtriani)

Pisa, 21 agosto 2016 - Ormai non si tratta più solo di regolamenti di conti tra bande di tunisini per il controllo dello spaccio. Adesso vengono coinvolti, loro malgrado, anche i pisani, che diventano vittime delle aggressioni e di risse in pieno giorno. La situazione rischia di sfuggire di mano e, fuori da ogni limite di pazienza lo sono anche i tanti imprenditori e commercianti che avevano deciso di investire e sviluppare le loro attività nel centro cittadino. Risse tra stranieri, macchine spaccate, coltelli lanciati tra gli avventori di un ristorante: sono solo gli episodi delle ultime settimane che, purtroppo, tendono a ripetersi secondo un drammatico copione. 

Venerdì sera l’ennesima aggressione ha visto protagonista piazza Vittorio Emanuele che, ormai anche in pieno giorno, diventa teatro di risse, spaccio ed aggressioni scatenate da malviventi che, quotidianamente, bivaccano e gestiscono traffici illeciti sotto le logge che circondano la piazza. «Non è più possibile vivere e lavorare in questa città, sono stato aggredito da due tunisini in piazza Vittorio Emanuele». A scrivere queste parole, sulla sua pagina Facebook, è Alessandro Trolese, presidente della sezione del Centro storico di Confcommercio e titolare del bar Kinzica, il locale della piazza dove una coppia di nordafricani ha scatenato il finimondo.

«Erano da poco passate le 21 quando due uomini, nordafricani, sono entrati nel locale – racconta il barista – pretendendo di non pagare il servizio al tavolo. Gli abbiamo fatto notare che non era possibile e lui, per farci uno spregio, ha scaraventato a terra tutte le bottiglie di vetro che erano sul bancone». Un frastuono spaventoso, vetri rotti, le urla dei clienti e dei turisti. Sono stati attimi ad alta tensione: «Abbiamo provato a difenderci ma io – prosegue il barista – ho rimediato un pugno in faccia». Era presente anche Trolese che ha soccorso il suo collaboratore e ha immediatamente chiamato la polizia.

Il tutto è avvenuto in pochi attimi, che sono però sembrati un incubo ai clienti ammutoliti che hanno assistito alla scena e ai turisti che, allibiti, sono fuggiti. Seguiti, subito dopo, dai due nordafricani riusciti ad allontanarsi quando già si sentivano in lontananza le sirene della polizia. «»Lavorare così, con la paura di ritorsioni e con una rissa a sera davanti agli occhi, è inaccettabile. Le forze dell’ordine sono arrivate subito e ogni giorno devono fare i conti con questa gente che fa il bello e cattivo tempo in città». Ma anche nel locale di fronte, sotto le Logge, il titolare ha disposto che la barista non faccia i turni serali perché «una donna, in queste condizioni – spiega – non può lavorare serena». Le fa eco Trolese che conclude: «Martedì un altro regolamento di conti tra stranieri che hanno pensato bene di distruggere una macchina e tutti i motorini parcheggiati sulla strada». Una situazione esasperata, raccontata con animo preoccupato e, soprattutto, rassegnato, da tutti i commercianti della zona che hanno scritto su Fb decine di messaggi all’amico e collega imprenditore per manifestare la loro solidarietà. «Questa città è stufa di stare in mano ai tanti balordi – si legge in un messaggio – questo non è più un posto dove far crescere i nostri bambini».