Tre tonnellate di droga nello yacht, anche la Cassazione conferma le condanne

La Corte di Cassazione rende definitive le condanne dei quattro finiti davanti ai giudici

Polizia in azione

Polizia in azione

Pisa, 9 dicembre 2017 - NESSUNO ha ammesso pienamente i fatti ma hanno offerto solo studiate e misurate ammissioni. Così la Corte di Cassazione rende definitive le condanne dei quattro finiti davanti ai giudici nell'ambito dell'operazione il «Cafè del mar» che nel luglio 2014 portò al sequestro, a Marina di Pisa, di tre tonnellate di hashish stoccate in uno yacht.

Condanne che in appello era già state tutte confermate tranne quella di Paolo Varagnolo, 62 anni, skipper residente a Campalto, considerato l'ideatore della spedizione, e che in primo grado in abbreviato era stato condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione e a 90mila euro di multa. I giudici di secondo grado uscirono dalla camera di consiglio con un dispositivo che riduceva la pena a 5 anni e 4 mesi e 66mila euro di multa.

Tutto immutato il quadro sanzionatorio a carico dei complici come stabilito dal gup di Pisa Giuseppe Laghezza: Mauro Loconsolo, 38 anni, skipper di Bisceglie, 4 anni e 54mila euro di multa, Giuseppe Giove, 41 anni, brianzolo, 4 anni e 54mila euro di multa; Emilio Caglia Ferro, 48 anni, originario di Torre Annunziata, 3 anni e 8 mesi e 40mila euro di multa. Tutta l'operazione, importante nell'ambito delle azioni contro il narcotraffico, era nata da una soffiata sulla quale la Squadra Mobile pisana aveva avviato una complessa attività investigativa guidata dal pubblico ministero Aldo Mantovani. Il bliz, che prende il nome dell'imbarcazione di lusso su cui fu trovata la droga, scattò il 2 luglio a Marina di Pisa, per l'esattezza a Bocca d'Arno e permise agli agenti, coordinati dal dirigente Rita Sverdigliozzi, di togliere dal mercato locale e nazionale un quantitativo di stupefacente che avrebbe fruttato oltre tre milioni di euro.

L'hashish secondo gli inquirenti, in parte sarebbe finito sul mercato della provincia di Pisa e in parte in Versilia, e poi forse avrebbe preso la strada di altre destinazioni, verso il nord Italia. I poliziotti sorpresero i trafficanti proprio mentre stavano per scaricare la sostanza stupefacente, tanto che tra i veicoli sequestrati vi furono anche due furgoni che avrebbero dovuto trasportare la droga, appunto, verso altre destinazioni. I poliziotti una volta saliti sullo yacth si erano accorti che il pavimento del natante era leggermente sollevato ed ebbero l'intuizione di alzare il legno per vedere se sotto c'era qualcosa: così trovarono una botola che portava in un vano prossimo alla sala macchine dov'era nascosto l'enorme quantitativo di hashish. Per tutti, ora, c'è anche la condanna alle spese di giudizio in Cassazione a 2mila euro di ammenda.