Caso di scabbia alla scuola elementare Livia Gereschi

Già effettuati dalla Asl tutti i controlli necessari. Attivate le misure per evitare il contagio a familiari e compagni di classe

Medici nelle scuole

Medici nelle scuole

Pisa, 20 ottobre 2016 - Nuovo caso di scabbia nelle scuole pisane. Ad essere colpito un bambino che frequenta la scuola elementare Livia Gereschi. Il bambino è già stato trattato nel reparto di dermatologia dell’Aoup. I medici dell’igiene e sanità pubblica della Asl Toscana nord ovest, hanno fornito alla scuola tutte le indicazioni perché venga effettuata la necessaria sorveglianza sanitaria sugli altri studenti ed ha messo in atto tutte le misure previste dalla normativa e dai protocolli sanitari.

Dell'episodio, che è seguito con attenzione dal Comune di Pisa e dalla Asl, è stata data immediata comunicazione ai dirigenti scolastici e sono state indicate alcune semplici regole da seguire: accorgimenti minimi, di igiene personale e nessun tipo di profilassi medica, che mettono in completa sicurezza dalla diffusione dell'infezione contagiosa.

La circolare ministeriale che detta le misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica legate alle malattie infettive prevede nei confronti della scabbia l’allontanamento da scuola o dal lavoro fino al giorno successivo a quello di inizio del trattamento; nei confronti dei conviventi e dei contatti una attenta sorveglianza clinica; nei confronti dell’ambiente non sono previste disinfezioni, ma biancheria, abiti, lenzuoli ecc. vanno lavati a temperature superiori a 60°; ciò che non è possibile trattare a 60° va tenuto da parte per una settimana per evitare reinfestazioni.

La scabbia è una malattia dovuta ad un parassita della pelle che provoca un forte prurito. È molto fastidiosa ma non è grave. La modalità di trasmissione prevalente è quella di contatto diretto cute-cute; il trasferimento del parassita attraverso biancheria e suppellettili di stoffa si verifica solo in casi eccezionali. Il periodo di incubazione è estremamente variabile e difficilmente supera le 6 settimane; un trattamento terapeutico adeguato è in grado di rendere il soggetto affetto non più contagioso.