Rapina in gioielleria, bandito ucciso: arrestati tre complici

Fra loro l'uomo che puntò la pistola alla moglie di Daniele Ferretti

La rimozione del corpo del rapinatore (nel riquadro)

La rimozione del corpo del rapinatore (nel riquadro)

Pisa, 20 luglio 2017 - Il primo a cadere nella rete è stato Gabriele Kiflé, 31 anni, di Aprilia. Poi nel giro di poche ore  anche gli altri due complici sono finiti tra le maglie tese dai carabinieri che li cercavano dalla sera del 13 giugno scorso.

Sono loro i complici di Simone Bernardi il bandito rimasto ucciso nel corso della tragica rapina alla gioielleria Ferretti.  Kiflé, secondo quando ricostruito dagli investigatori sarebbe proprio il rapinatore entrato armato all'interno dei Ferretti, in via Battelli, e avrebbe esploso due colpi contro la moglie di Ferretti.  Difeso dall’avvocato Alessia Vita, Kiflé sarà interrogato domani mattina dal giudice per le indagini preliminari Laura Campoli e proverà a fornire la sua versione di quel tragico giorno in cui il gioielliere rispose al fuoco colpendo a morte Simone Bernardi, il bandito originario di Aprilia uscito dal carcere di Pisa nel marzo scorso.

Gli altri due arrestati accusati di essere complici di Kiflé e Bernardi sono Marco Carciati, 43 anni, di Pisa, avrebbe fatto da palo, e Daniele Masi, 39 anni, di Pomezia, avrebbe contribuito a pianificare l’azione criminale.