Quei bed&breakfast sono vere imprese, la Finanza stanga gli irregolari

Si spacciano per strutture ricettive occasionali, ma offrono extra e hanno dipendenti

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Pisa, 20 luglio 2017 - Oltre 3,5 milioni di euro non dichiarati al fisco, circa 600mila euro di Iva evasa da gestori di bed&breakfast e affittacamere irregolari. E' il bilancio dell'attività di controllo sviluppata nel corso degli anni 2016/2017 dai reparti della Guardia di Finanza del Provinciale di Pisa, nell’ambito dell’operazione denominata “Mirandolina” (nome della celebre locandiera di Goldoni), per il contrasto del fenomeno dell'evasione, dell'abusivismo e del sommerso nel settore turistico-ricettivo.

I finanzieri hanno scandagliato le numerosissime strutture ricettive del centro storico e della provincia di Pisa, individuando affittacamere e B&B (trovati anche grazie a internet) la cui posizione fiscale risultava essere meritevole di approfondimenti.

Strutture spacciate per "occasionali", come un privato che decide di affittare casa una tantum a un turista, ma in realtà si trattava di un'offerta ricettiva prestata in maniera non occasionale e con una organizzazione di mezzi tali da realizzare l'esercizio di una vera e propria attività d'impresa. Addirittura agli ospiti venivano offerti servizi extra come escursioni, convenzioni con stabilimenti balneari e attività di ristorazione, un numero di posti letto superiore a quello dichiarato (che per la Regione Toscana, non deve superare le 6 camere per un massimo di 12 posti letto), la presenza di personale dipendente, tra l'altro, non regolarmente assunto e la gestione della clientela avvalendosi della collaborazione di articolati siti internet personalizzati.

In particolare non è sfuggito all’attenzione dei finanzieri un B&B “non professionale”, gestito all’interno di un palazzo di grande valore in pieno centro storico a Pisa e dotato di ben 12 camere disposte su 3 piani ed organizzato come un vero e proprio albergo.

Le strutture verificate, agevolate dalla pubblicità su famosi portali di ricerca turistica (quali ad esempio Booking.com, Venere.com e Hrs.com), accoglievano ogni anno centinaia di clienti e riscuotevano positive recensioni anche grazie alla posizione limitrofa ai più frequentati luoghi turistici della provincia, nonché alle zone di maggiore affluenza tra cui si segnalano l’aeroporto Galilei, la stazione ferroviaria e le principali strutture ospedaliere del capoluogo.

Al termine degli approfondimenti è emerso che i bed&breakfast e gli affittacamere irregolari controllati, sfruttando l’impropria veste di strutture ricettive non professionali, hanno occultato all’Erario ricavi per oltre 3 milioni e 624mila euro e hanno omesso il versamento dell’Iva dovuta sulle prestazioni alloggiative, per un importo superiore a 300mila euro.