Scivola e vola giù dal ponte. Le spallette della morte sull'Arno

Ponte alla Vittoria, perde la vita a 37 anni. E’ polemica dopo l’ultimo caso

I sommozzatori del vigili del fuoco in acqua per il recupero del corpo

GERMOGLI PH: 29 LUGLIO 2015 BARBERINO DEL MUGELLO LAGO DI BILANCINO RICERCHE DEI SOMMOZZATORI DEI VIGILI DEL FUOCO PER UN RAGAZZO DISPERSO IN ACQUA RITROVATO MORTO

Pisa, 18 agosto 2017 - È SUCCESSO tutto in una frazione di secondo. Colpa di un piede messo male o di un movimento brusco che gli ha fatto perdere l’equilibrio, fatto sta che un pisano di 37 anni, Biagio Bodino, è precipitato dalla spalletta del ponte alla Vittoria, finendo in Arno. E nel fiume ha perso la vita. Erano circa le una di ieri notte. L’amico che era con lui ha subito dato l’allarme, ma i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno ritrovato solamente all’alba il corpo dell’uomo, trascinato via dalla corrente.

NEL FRATTEMPO la Squadra mobile stava ascoltando in questura l’uomo che era in compagnia della vittima e, con lui, ha ricostruito quei drammatici minuti. Stando a quanto emerge, l’amico avrebbe raccontato di aver tentato, invano, di afferrare Biagio, ma di non esserci riuscito e di avere assistito impotente a quel volo nel fiume. I due amici avevano trascorso la serata in un locale della zona, fra chiacchiere, risate, confidenze e qualche bicchiere. Poi, la camminata sul ponte, la salita sulla spalletta, il drammatico volo. Secondo quanto si è appreso, l’ipotesi più accreditata dagli inquirenti resta quella della caduta accidentale, il che non toglie che sia stata disposta l’autopsia per fugare ogni dubbio. La notizia della morte di Bodino ha stravolto la vita delle tantissime persone che volevano bene a quest’uomo, che aveva avuto una vita difficile, ma a cui non era mancato l’affetto dei parenti e degli amici e la gioia di avere una figlia, oggi adolescente, a cui ieri la famiglia ha avuto il terribile compito di comunicare la notizia della scomparsa del padre. Bodino, cameriere in una taverna del centro città, aveva – racconta chi lo conosceva bene – l’animo sensibile ed estroso tipico degli artisti e una mano ‘divina’ nel dipingere. «Se ne è andato una persone meravigliosa. E’ andato via il bambino che non è mai stato. Biagio è scappato, ma resterà sempre qui con noi» ha detto ieri, con la voce rotta dalla commozione, il suo datore di lavoro.

LA TRAGEDIA di Biagio ha riportato prepotentemente alla ribalta il tema delle spallette del fiume Arno che periodicamente – spesso complice l’abuso di alcolici – mietono ferite e morti, a Pisa come a Firenze. L’ultimo episodio in ordine di tempo è del 10 giugno scorso, quando nella città della Torre, un turista tedesco di 25 anni, ubriaco, è precipitato in Arno all’alba. Il giovane se l’è cavata con alcune fratture. Lo scorso anno era andata molto peggio ad uno studente universitario – anche per lui il tasso alcolico era elevato –, finito in coma dopo un volo di sei metri dalla spalletta su cui era salito per orinare. A Pisa, il Lungarno rappresenta il cuore della movida: i turisti e gli studenti universitari, tutti rigorosamente con il bicchiere in mano, si ritrovano qui, e trascorrono le serate seduti, ma spesso anche in piedi, sulle spallette, in barba ai numerosi cartelli di divieto. L’ordinanza, ancora in vigore, stabilisce che chi cammina o si sdraia sui muriccioli che costeggiano l’Arno è sanzionabile (200 euro l’ammenda), ma sono pochissime le multe elevate. Fu emanata dopo che, nel 2009, persero la vita due giovanissimi, precipitati nel sonno. Si erano addormentati sulle spallette e, girandosi, sono finiti nel vuoto, perdendo la vita.