Treno fermo per il ghiaccio: "La nostra odissea, intrappolati nei vagoni"

L’incubo dei passeggeri, pronti alla class action contro Trenitalia

Gli uomini della protezione civile in aiuto dei passeggeri rimasti al gelo sul Regionale

Gli uomini della protezione civile in aiuto dei passeggeri rimasti al gelo sul Regionale

Pisa, 12 dicembre 2017 - Quindici ore intrappolati su un treno. Un’odissea infinita, per colpa della patina di ghiaccio che sull’Appennino ha reso pressoché impossibile viaggiare al convoglio partito da Milano alle 17.05 e arrivato a Pisa soltanto ieri mattina, dopo le 8, quando l’arrivo era previsto alle 21.39 di ieri sera. Un viaggio da incubo per il pisano Tommaso Lampugnani e altre centinaia di passeggeri, alcune decine dei quali hanno già raccolto le firme per avviare un class action contro Trenitalia affidando le loro ragioni all’avvocato Enrico Virgone, del foro di Pisa.

"Siamo stati abbandonati dai vertici di Trenitalia e lo stesso è capitato al povero capotreno – racconta Tommaso – rimasto per troppe ore senza informazioni e in balìa di decine di passeggeri giustamente inferociti. I disagi sono cominciati quasi subito con un costante accumulo di ritardi e un procedere molto lento del convoglio, finché nei pressi di Borgotaro e poi a La Spezia siamo rimasti letteralmente prigionieri del ghiaccio e in attesa di un locomotore che ci riportasse a destinazione".

Coperte e generi di conforto sono stati distribuiti dalla protezione civile dell’Emilia Romagna, ma ciò che non va giù a Lampugnani e agli altri passeggeri è stata la completa assenza di notizie, in un treno dove solo metà della carrozze o poco più erano riscaldate. "Sono un imprenditore – spiega il pisano – e questa disavventura mi è costata cara perché non ho potuto onorare un impegno di lavoro. Ma da imprenditore il mio modello di fare impresa è quello di avvicinare la sfera dirigenziale all’utente finale e ai miei collaboratori. Nella mia azienda, una ditta di servizi di igiene ambientale e smaltimento rifiuti, tutti i collaboratori e dipendenti non vengono mai abbandonati di fronte alle problematiche lavorative che affrontano, al contrario di quanto è invece capitato al nostro capotreno che non riusciva né a contattare né a ottenere informazioni certe da poter poi riportare alla clientela".

Secondo il passeggero pisano, "l’estrema sensazione di abbandono" dei viaggiatori si percepiva anche «tra le forze dell’ordine» intervenute per i soccorsi. "Infine – conclude Lampugnani - il treno che ci doveva portare tutti a Pisa ha prima fermato alla stazione di San Rossore poi ha proseguito verso Livorno per poi ritornare indietro a Pisa Centrale, con un ulteriore disagio da parte di parenti e amici che erano accorsi a Pisa per recuperare i passeggeri. Noi attraverso l’avvocato Enrico Virgone proporremo una class action nella speranza che qualche giudice di pace non voglia reputare Trenitalia ancora parastatale e quindi esonerata da qualsiasi risarcimento danni che superi il rimborso del biglietto".